Infanticidio Pescara: periti al lavoro su Maravalle

Maravalle MassimoIl primo incontro, pur sviluppato con approccio soft, è stato comunque contrassegnato da un passaggio abbastanza scioccante: “l’ho fatto per evitargli la tortura”. Lo ha detto Massimo Maravalle allo psichiatra Renato Ariatti per spiegare l’uccisione del piccolo Maxim, il figlio adottivo di 5 anni. Il colloquio c’è stato ieri, in carcere a Pescara, dove il perito nominato dal GIP si è recato per il primo step del percorso che dovrà portare all’accertamento della capacità di intendere e volere di Maravalle al momento del delitto, oltre che stabilire l’eventuale pericolosità sociale e la capacità di stare in giudizio dell’esperto informatico. Una consulenza non facile ma Renato Ariatti è uno psichiatra di consolidata esperienza essendosi occupato in passato anche del boss Bernardo Provenzano e di Annamaria Franzoni. Il piccolo Maxim venne soffocato nel sonno dal padre che lo aveva adottato due anni fa insieme alla moglie, l’avvocato Patrizia Silvestri, e poi portato dalla Russia a Pescara. A scatenare il raptus omicida potrebbe essere stata l’autonoma interruzione dell’assunzione di farmaci che tenevano sotto controllo il disturbo psicotico atipico del quale soffriva da anni. Ariatti sarà affiancato dagli esperti nominati dalla difesa e dalla moglie di Maravalle. La perizia dovrà essere pronta entro il prossimo 25 novembre, data della nuova udienza fissata dal GIP di Pescara.

Sii il primo a commentare su "Infanticidio Pescara: periti al lavoro su Maravalle"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato


*