Infanticidio, troppi dubbi sull’adozione

DeAngelis vs Cardillo

maravalle copiaE’ atteso per le prossime ore l’arrivo, dal Tribunale dei Minori de l’Aquila, del fascicolo relativo all’iter procedurale per l’adozione del piccolo Maxim, il bambino russo ucciso nel sonno a Pescara, dal padre adottivo la notte tra domenica e lunedi scorsi. Una documentazione ritenuta fondamentale da parte degli inquirenti, per individuare l’anello debole di tutta la vicenda. E’ infatti ormai acclarato che Massimo Maravalle, in cura da quasi dieci anni per un disturbo psicotico atipico, non sarebbe mai potuto essere idoneo all’adozione se solo le autorità competenti fossero venute a conoscenza della sua patologia. Il problema, però, é che gli organismi di valutazione erano all’oscuro della situazione, quindi é fin troppo evidente che qualcuno abbia deliberatamente tenuto nascosto lo stato di salute dell’uomo e dalla lettura, da parte degli inquirenti, di quel fascicolo il quadro dovrebbe apparire talmente chiaro da prefigurare il coinvolgimento di altre persone in questa inchiesta che potrebbe, cosi, sdoppiarsi: da una parte il procedimento per omicidio aggravato che vede come unico imputato, per altro reo confesso, il padre adottivo di Maxim; dall’altro quello su presunte e gravi irregolarità nella pratica di adozione. Intanto é stata smentita la notizia riguardante la richiesta di documentazione da parte di inquirenti russi che stanno, si, indagando, ma relativamente solo all’attività delle autorità del posto e alle ragioni per le quali hanno deciso di affidare il bambino ai coniugi pescaresi, piuttosto che lasciarlo ai parenti naturali. Per quanto riguarda la capacità o meno da parte di Maravalle, di sostenere un processo, a stabilirlo sarà il noto psichiatria Renato Ariatti che da domani prenderà l’incarico affidatogli dal Gip Sarandrea. Ariatti, già consulente per Provenzano e la Franzoni, dovrà, infatti, verificare se Maravalle era, quella maledetta notte, in grado d’intendere e volere e soprattutto se sarà in grado di sostenere il dibattimento. Infine esclusa l’ipotesi anche di tentato omicidio per l’informatico pescarese, che quella notte, cosi come é emerso dalle indagini, dopo aver soffocato il piccolo Maxim, vagava in stato confusionale per casa con una busta di plastica in mano e vedendo la moglie, l’avvocato Patrizia Silvestri, le ha chiesto d’infilarci dentro la testa, ma a quel punto la donna era già nella cameretta del bambino, si era resa conto della tragedia ed aveva già chiamato i soccorsi.

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