Ispra: pesticidi nelle acque abruzzesi

rifiuti sanitari

fiumeLa contaminazione è diffusa e potrebbe essere la punta di un iceberg: per questo è indispensabile che il prossimo Piano di Sviluppo Rurale s’impegni a ridurre drasticamente gli input chimici in agricoltura. E’ questo, in sintesi, quanto emerge dalla denuncia del Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua, in riferimento al “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque”, divulgato qualche giorno fa dall’Istituto superiore per la ricerca e la protezione dell’ambiente. I dati, relativi al biennio 2011-’12 utilizzati per redigere l’edizione 2014 del rapporto Ispra, divulgato qualche giorno fa, parlano chiaro: le acque di falda e i fiumi in Italia contengono importanti quantità di pesticidi.
E l’Abruzzo non fa eccezione. Delle 400 sostanze censite e impiegate attualmente in agricoltura, l’ARTA, agenzia regionale per la tutela ambientale, ne ha cercate 53, smascherando la presenza di pesticidi rinvenuti nel 25% dei corsi d’acqua e nel 22,5% delle acque sotterranee d’Abruzzo, con tanto di superamento dei limiti di legge, riscontrati nel 5,8% dei campioni per le acque sotterranee.
Un’ulteriore batosta, che si aggiunge all’inadempienza della nostra regione nei confronti della direttiva sulle acque, varata dalla Commissione Europea, che impone ai Paesi membri il raggiungimento della classe di qualità buona per tutti i fiumi entro il 2015; l’Italia, in passato già multata per la sua inadempienza, si classifica tra i paesi più indisciplinati d’Europa e l’Abruzzo sembra non essere da meno, a giudicare dalla deroga alla direttiva europea entro il 2027 sull’adeguamento della qualità dei fiumi, contenuta nel Piano regionale di Tutela delle Acque.
Per il Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua è necessario “incidere con maggior forza nel settore agricolo, partendo dall’introduzione del divieto di uso dei pesticidi su ampie fasce di rispetto attorno ai fiumi e sui terreni che insistono sulle falde più vulnerabili. Esistono forme di conduzione dei campi e tecnologie più sostenibili”, dichiarano dal Forum, “che devono diffondersi il più rapidamente possibile. Inoltre è sempre più indispensabile puntare a un rigido controllo sull’uso di queste sostanze e sul corretto smaltimento dei rifiuti collegati a queste attività”.

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