Saranno 42 le telecamere a presidio della zona rossa dell’Aquila. E’ il piano per la video sorveglianza che dovrebbe presto entrare in funzione nel centro storico della città ferita dal sisma. Un progetto da 200mila euro che sarà pronto entro pochi mesi dopo quasi due anni di tavoli tecnici ma anche di duro confronto con l’Ufficio speciale per la ricostruzione, allora guidato dal dirigente Paolo Aielli, ufficio che aveva presentato un progetto da 11 milioni di euro bocciato sia dal Comune che dalla prefettura. Il nuovo piano, invece, più economico, prevede un sistema capillare di telecamere in centro, un metodo di controllo e sorveglianza della zona rossa sempre più sotto-scacco della movida e dei vandali. Tuttavia, prima che il sistema venga adottato, c’è ancora da definire il percorso amministrativo da seguire. A spiegarlo è il vicesindaco, Nicola Trifuoggi, il quale ricorda che è ancora “lettera morta” una delibera di un paio di anni fa con cui si affidava l’appalto per le telecamere alla società “All in One” della Spee, che prevedeva in origine l’installazione di sei telecamere oggi passate a 42. Ciò che resta da capire ora, spiega il vicesindaco, è se quella delibera è ancora attuabile o se si dovrà procedere con una nuova gara d’appalto. Che allungherebbe inevitabilmente i tempi. Il piano della giunta comunale, infatti, dovrà essere trasmesso al prefetto e all’esame del Comitato provinciale per l’ordine pubblico. “Non è escluso – conclude Trifuoggi – il posizionamento di telecamere anche nelle zone di periferia prese di mira dai ladri”.
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