Da due anni e mezzo continua a occupare senza contratto la sede post-sisma, ma dal prossimo 20 novembre l’Archivio di Stato dell’Aquila verrà sfrattato e l’istituzione dovrà trovarsi una nuova collocazione: la vicenda nasce da pastoie burocratiche che hanno reso via via difficile, fino a diventare impossibile, il rinnovo del contratto da 200 mila euro annui tra l’Archivio e la società Gioel Holding dell’imprenditore aquilano Alido Venturi, proprietaria dell’immobile.
Dal 30 luglio 2009 la sede, prima ospitata in centro a piazza della Prefettura e devastata dai crolli, si trova nel nucleo industriale di Bazzano, in via dell’Industria: ha 3 mila metri quadrati di superficie complessiva e un auditorium attrezzato da 150 posti. È inserita in un’area che si è sviluppata molto dopo il terremoto del 6 aprile 2009, diventando una sorta di nuovo e singolare polo culturale: tanto che, a un certo punto, oltre all’Archivio ospitava contemporaneamente nelle vicinanze anche la direzione generale Mibac, la facoltà di Lettere dell’Università e la biblioteca ‘Tommasi’, sebbene oggi solo quest’ultima si trovi ancora in zona.
Il contratto è scaduto a giugno 2012 e il rinnovo è rimasto a lungo in bilico. Prima per via del rilascio della congruità che, da quanto si è appreso, ha richiesto nove mesi di attesa, poi per gli effetti della spending review nazionale, che impediva alle amministrazioni pubbliche di stipulare nuovi contratti se non a somme inferiori. Il 21 maggio la proprietà ha rotto gli indugi e per tutelare i propri diritti ha comunicato formalmente lo sfratto all’Archivio, diretto da Paolo Buonora.
Dopo una nuova indagine di mercato della primavera 2014 e di tutti i necessari nulla osta, sembrava che tutto fosse pronto per la stipula del nuovo contratto, ma un nuovo blocco ha impedito, ancora una volta, che questo avvenisse.
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