L’Aquila: balcone crollato? Erano tavole inchiodate

Balcone CASEE’ un quadro desolante quello che emerge dalle perizie che i consulenti nominati dalla Procura stanno eseguendo sulla piastra numero 19 del progetto Case di Cese di Preturo. Quella da cui nel settembre scorso si staccò un balcone crollando su quello sottostante, fortunatamente e per puro caso senza travolgere persone. Dalle consulenze emerge che sarebbero state usate tavole di legno inchiodate e non incrociate con il sofisticato metodo costruttivo Xlam; tavole non di fabbrica, come previsto nel progetto, bensì realizzate in loco e non in grado di reggere il peso di 450 chili per metro quadrato come prevede la legge. A rivelarlo è il Messaggero Abruzzo, che illustra il risultato sconcertante emerso proprio in questi giorni. Da una settimana i tecnici della Procura, infatti, stanno smontando i solai e i balconi della piastra – dove tra l’altro sono visibili accavallamenti degli intonaci esterni e avallamenti dei solai – per poterli poi analizzare. Intanto seconda trasferta romana negli uffici del Dipartimento di Protezione per gli agenti del Nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale. Un viaggio per acquisire documenti tecnici e amministrativi sui quartieri del Progetto Case realizzati all’Aquila dalle ditte finite sotto inchiesta dopo il crollo del balcone a Cese di Preturo, insieme a 40 persone, che a vario titolo, hanno partecipato alle gare d’appalto per realizzare gli alloggi provvisori.

(di Marianna Gianforte)  

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