L’Aquila: blitz del ROS contro neofascisti, 14 arresti e 31 indagati

A ROS14 arresti in varie regioni italiane e perquisizioni a carico di altri 31 indagati. E’ il risultato del blitz dei Carabinieri del Ros, coordinati dalla procura dell’Aquila, contro un gruppo clandestino che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento politico neofascista ‘Ordine Nuovo’, progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali, utilizzando i social network quale strumenti di propaganda eversiva. L’operazione è stata chiamata “Aquila nera”. Nell’ordinanza di custodia cautelare si contestano i reati di associazione con finalita’ di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico ed associazione finalizzata all’incitamento, alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. I Carabinieri hanno anche documentato “i ripetuti tentativi degli indagati di reperire armi, tramite una rapina gia’ pianificata o approvvigionamenti all’estero”.

L’INDAGINE PARTITA DAL 2013

I 14 arresti del Ros dell’Aquila (di cui 11 in carcere e 3 ai domiciliari) scaturiscono da un’ attivita’ investigativa avviata nel 2013 nei riguardi di un’ associazione clandestina denominata ‘Avanguardia Ordinovista’ che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento politico neofascista ‘Ordine Nuovo’ e ponendosi in continuita’ con l’eversione nera degli anni 70, progettava azioni nei confronti di obiettivi istituzionali, al fine di sovvertire l’ordine democratico dello Stato. In particolare le indagini documentavano come il gruppo, guidato da Stefano Manni di Ascoli Piceno di 48 anni residente a Montesilvano (che vanta un legame di parentela con Gianni Nardi, terrorista neofascista che negli anni 70 insieme a Stefano Delle Chiaie, Giancarlo Esposti e Salvatore Vivirito era uno dei maggiori esponenti dell’ Ordine Nuovo), avesse elaborato un piano volto a minare la stabilita’ sociale attraverso atti violenti nei confronti di obiettivi istituzionali quali Prefetture, Questure e uffici di Equitalia e previsto in un secondo momento di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito; avviato la ricerca di armi per la realizzazione degli scopi eversivi recuperandone alcune sotterranee e dopo l’ ultima guerra mondiale, acquistandone altre in Slovenia tramite contatti locali o approvvigionandosi con una rapina, gia’ pianificata di armi detenute da un collezionista. 

PROPAGANDA SU FACEBOOK

Sempre secondo le indagini il gruppo ha utilizzato il web ed in particolare Facebook come strumento di propaganda eversiva, per incitare all’ odio razziale e fare proselitismo. Manni aveva realizzato un doppio livello di comunicazione, uno attraverso un profilo pubblico, dove lanciava messaggi volti ad alimentare tensioni sociali e a suscitare sentimenti di odio razziale, in particolare nei confronti delle persone di colore; un altro attraverso un profilo privato,limitato ad un circuito ristretto dove discuteva le progettualita’ eversive del gruppo. Altro aspetto rimarcato, quello di aver progettato la costituzione della ‘Scuola Politica Triskele’, legata alla creazione del ‘Centro Studi ProgettoOlimpo’ attraverso cui promuovere ed organizzare incontri politico-culturali in varie localita’ italiane nonche’ i cosiddetti ‘campi hobbit’ all’interno dei quali diffondere e sviluppare l’ ideologia e le progettualita’ eversive del gruppo che ha intrattenuto contatti con altri gruppi attestati su posizioni di estrema destra per unirsi nel processo di destabilizzazione e lotta politica quali i “Nazionalisti Friulani’, il ‘Movimento Uomo Nuovo’ e la ‘Confederatio’.

SERMONTI ERA IL LEADER IDEOLOGICO

L’attivita’ di indagine ha accertato anche come la struttura clandestina proponesse i parametri tipici delle organizzazione eversive di destra, caratterizzate da una struttura verticistica, dalla presenza di chiari riferimenti ideologici, dalla costante verifica della affidabilita’ dei soggetti operativi e dei simpatizzanti. E’ stato confermato dall’inchiesta il ruolo di riferimento svolto dal Manni quale guida del sodalizio eversivo e punto di riferimento per le attivita’ di proselitismo, reperimento armi e ricerca di fondi per l’organizzazione; il ruolo di indirizzo ideologico dell’ ex ordinovista Rutilio Sermonti (gia’ rappresentante del disciolto movimento politico ‘Ordine Nuovo’) estensore di una nuova Costituzione della Repubblica, basata su un ordine costituzionale di ispirazione marcatamente fascista. Inoltre nelle carte il progetto sfumato, di assassinare il noto ordinavista Marco Affatigato (esponente politico dal 1973 al 1976 del Movimento politico ‘Ordine Nuovo’, attualmente latitante in quanto accusato di associazione sovversiva) ritenuto ‘infame’ poiche’ legato ai servizi segreti.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

Gli arrestati nell’ambito dell’operazione “Aqula Nera” condotta dal Ros contro l’eversione sono: Stefano Manni, 48 anni di Ascoli Piceno ma residente a Montesilvano (Pescara); Marina Pellati (49) di Varese, residente a Montesilvano; Luca Infantino (33) di Legnano (Milano), ivi residente; Piero Mastrantonio (40) dell’Aquila, ivi residente; Emanuele Pandolfina Del Vasto (63) di Palermo, residente a Pescara; Franco Montanaro (46) di Roccamorice (Pescara), ivi residente; Franco La Valle (51) di Chieti, ivi residente; Maria Grazia Callegari (57) di Venezia, residente in provincia di Torino; Franco Grespi (52) di Milano, residente a Gorizia; Ornella Garoli (53) di Milano, residente a Gorizia; Katia De Ritis (57) di lanciano (Chieti), ivi residente. Ai domiciliari sono finiti Monica Malandra di 42 anni dell’Aquila, ivi residente, Marco Pavan (30) di Venezia, residente a Padova e infine, Luigi Di Menno di Bucchianico 47enne di Lanciano (Chieti), ivi residente. Nell’ambito dell’operazione sono state complessivamente indagate 44 persone. La base operativa era Montesilvano (Pescara).

Parente, attenzione del gruppo sui fenomeni recenti
“Anche in questa operazione si ripropone il problema di attivita’ che in qualche modo fanno riferimento anche al momento politico e sociale. Indubbiamente tra le tematiche piu’ affrontate da questo gruppo figurava ad esempio l’invasione degli stranieri in Italia. Quindi questo conferma come accanto a quella che era l’ideologia neofascista degli anni Settanta si fosse affiancata nel tempo anche un’attenzione verso quei fenomeni piu’ recenti che fanno riferimento all’immigrazione”. Lo ha detto all’Aquila il generale Mario Parente, responsabile del Ros, a margine della conferenza stampa indetta per illustrare l’arresto in Italia di 14 persone dell’versione nera, rispondendo ai giornalisti che chiedevano quanto e’ concreto in Italia il rischio terrorismo.

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