L’Aquila- Crisi nera, persi 17 mila posti in due anni

Chieti marcia legalita

lavoro( di Marianna Gianforte) – Vertenze aziendali che spuntano come funghi, fallimenti, progetti industriali annunciati e mai concretizzati. All’Aquila la situazione occupazionale è sempre più drammatica. In quello che dovrebbe essere il più grande cantiere d’Italia nemmeno l’edilizia riesce a trainare la ripresa, anzi è uno dei settori in maggiore sofferenza. Il lavoro non c’è e aumenta il disagio sociale. Aziende come la Otefal, la Intecs, il gruppo Edimo (è di pochi giorni fa la richiesta di cassa integrazione per una trentina di persone della EM 969, una partecipata del gruppo Taddei) e tante altre segnano il passo di una crisi produttiva tra le più gravi che il territorio ricordi. Oltre ai dati e alle percentuali, ci sono migliaia di famiglie che non arrivano a fine mese. Senza stipendio o assegno di cassa integrazione, che per 2mila persone è stato sospeso dall’aprile del 2014, non si fa la spesa, non si pagano le bollette, non si ricorre alla sanità. A fare il quadro della crisi occupazionale in provincia dell’Aquila è il segretario della Cgil Umberto Trasatti. Una situazione disastrosa, con il 14% di disoccupati in più dal 2012 al 2014 e 17mila posti di lavoro svaniti nel nulla in tutti i settori: dalle costruzioni all’industria, al commercio ai servizi della Pubblica amministrazione. Cresce solo l’agricoltura: forse proprio come risposta alla crisi economica le famiglie e le aziende riscoprono il valore della terra come fonte di sostentamento. Intanto, restano fermi anche i centinaia di milioni di euro destinati alle attività produttive dal fondo del 5% accantonato dai fondi per la ricostruzione.Crs in 

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