video » L’Aquila, discussione sui debiti fuori bilancio del Centro Turistico Gran Sasso

comune laquilaNell’ultima seduta prima della pausa estiva il Consiglio comunale dell’Aquila ha preso in esame la proposta di deliberazione, presentata dall’assessore al Bilancio Lelio De Santis, relativa al ripianamento della perdita di esercizio del Centro turistico del Gran Sasso, riconoscendo la legittimità di debiti fuori bilancio per l’importo complessivo di circa 1 milione e mezzo di euro. La spesa verrà dunque finanziata con l’avanzo di amministrazione accertato e dedicato a tali scopi, in sede di assestamento del Bilancio 2013. “la società Ctgs – recita la delibera – ha chiuso in positivo il bilancio di esercizio 2011, con un utile di 17 milioni 945mila euro, pertanto non ricorrono le condizioni ostative previste dalla legge per il ripiano di perdite. Il Comune dell’Aquila – ha spiegato l’assessore De Santis – per salvaguardare il patrimonio naturalistico, turistico ed economico del Gran Sasso, intende porre mano alla situazione debitoria del Ctgs, tenuto conto che il consolidamento dei conti è condizione essenziale affinché sia sbloccato il finanziamento di quindici milioni di euro di fondi Cipe in favore del Comune dell’Aquila”. Tra gli altri argomenti, l’Assemblea ha discusso la proposta deliberativa, presentata e illustrata in aula dall’assessore alla Pianificazione urbanistica Pietro Di Stefano, riguardante il recepimento della Legge Regionale 49 del 2012 contenente norme specifiche volte a incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, promuovere o agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate, con tessuti edilizi disorganici, incompiuti o dismessi, e favorire l’efficienza energetica da fonti rinnovabili. A tal fine vengono inserite disposizioni finalizzate a promuovere interventi di demolizione e ricostruzione che prevedano il riconoscimento di una volumetria aggiuntiva rispetto a quella preesistente come misura premiale, la delocalizzazione delle relative volumetrie in aree diverse, l’ammissibilità di modifiche di destinazione d’uso e di modifiche alla sagoma degli edifici, ove necessarie ai fini dell’armonizzazione architettonica. La legge regionale attribuisce ai Comuni la competenza di accogliere o meno le misure, di stabilire le indicazioni sugli standard urbanistici e sulla loro monetizzazione e di stabilire in quali settori del proprio strumento urbanistico applicare le premialità.


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