L’Aquila, gli alloggi post-sisma alle famiglie povere

laquila panoramicaDopo il sisma la crisi economica all’Aquila ha toccato punte insostenibili. Non solo per la chiusura di piccole imprese e per la difficoltà dei commercianti di ricollocare le loro attività produttive in luoghi diversi da quelli in cui sisma le ha sorprese e distrutte, ma anche per le famiglie con un reddito bassissimo che non riescono a sostenere un affitto e che dopo il terremoto sono rimaste anche senza alloggi popolari. Perché in città, dal 2009, è esplosa una speculazione sugli affitti che non ha precedenti. A tentare di dare un tetto almeno temporaneo a nuclei familiari monoparentali con figli minori, e con disabili gravi, e ultraottantenni _ tutte tipologie che dovranno però documentare di avere un reddito Isee al di sotto dei 12mila euro l’anno _ ci pensa il Comune. Con un bando messo a punto dall’assessorato all’Assistenza alla popolazione e da quello per le Politiche sociali, che sarà presto pubblicato, per l’assegnazione di alloggi del progetto Case, per via temporanea e per un massimo di 60 mesi, visto anche che in città il patrimonio edilizio pubblico distrutto dal terremoto di sei anni fa ancora non si riesce a ricostruire. E’ un passo avanti dopo lo stop del 31 marzo scorso alle forme onerose di assistenza alla popolazione. Sono circa 400 le domande di aquilani in cerca di un tetto arrivate all’Ater, ora il Comune ne aspetta altrettante. “Una delibera con relativo bando pubblico molto attesa in città”, commenta Pelini, “un territorio colpito da una crisi che cresce in modo esponenziale con moltissime famiglie che non possono accedere al mercato privato degli affitti, e che vivono in catapecchie e senza livelli minimi di agibilità e abitabilità. Ci aspettiamo centinaia di richieste di assegnazioni, abbiamo un osservatorio privilegiato che ci mette di fronte a dati allarmanti. Inoltre”, aggiunge l’assessore, “è prevista la possibilità, per le famiglie che dopo il sisma per ricerca di lavoro o difficoltà sociale si sono trasferite fuori dal Comune, di rientrare all’Aquila purché alla data del 6 aprile 2009 erano residenti in città”. L’obiettivo è dare risposta al disagio sociale. “Abbiamo surrogato in questo modo l’azione che dovrebbe fare l’Ater. Ci siamo presi questa responsabilità”. A questo bando, il più urgente secondo l’assessore Di Giovambattista, ne seguiranno altri, come in particolare quello che aprirà gli alloggi di alcuni quartieri del progetto Case agli studenti universitari.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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