L’Aquila: il pasticcio della TASI sulle case inagibili

AQSono migliaia le case inagibili perché danneggiate o distrutte dal sisma, all’Aquila e nelle sue decine di frazioni, sulle quali si dovrà pagare la Tasi, la tassa per i servizi cosiddetti indivisibili, che riguardano, ad esempio, l’illuminazione pubblica, il verde cittadino, la manutenzione delle strade. Servizi che, però, sono fermi nelle vaste aree disabitate dopo il terremoto, e ora pagare la tassa su servizi non erogati appare un balzello ingiusto e odioso. Bocciati gli emendamenti presentati dai parlamentari abruzzesi per impedire questo ennesimo salasso, gli aquilani sono, ora, in rivolta. E mentre da un lato il sindaco Massimo Cialente esorta a inondare la posta elettronica dei funzionari del ministero dell’Economia e ad attuare una sorta di sciopero fiscale sulla Tasi – dopo aver pubblicato sulla sua pagina Facebook la lettera inviata al ministro Carlo Padoan per esortare una “soluzione urgente” del problema – dall’altra si lavora per trovare soluzioni normative e ufficiali. La questione della Tasi sulle case inagibili danneggiate dal sisma riguarda anche i paesi terremotati dell’Emilia. Lunedì 8 dicembre, il sindaco Cialente incontrerà il delegato per la ricostruzione post-sisma nella regione emiliana, Vasco Errani, proprio per discutere degli emendamenti anti-Tasi da inseriRe nella legge di Stabilità che a breve sarà discussa al Senato.

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