L’Aquila, l’aeroporto fa flop?

aeroporto preturoSe il buon giorno si vede dal mattino, quello dell’aeroporto di Preturo è apparso subito tempestoso. Del resto, in uno scalo tra i monti, le nuvole vanno e vengono. Il primo scroscio fu proprio una doccia fredda, 2 milioni spesi in occasione del G8 nella terra del sisma. Arrivare a Sambuceto e poi farsela in auto evidentemente era troppo normale per i Grandi della Terra, come se macchine ed elicotteri li guidassero di persona. Al G8 dovevano scendere aerei di una certa portata, quindi occorreva una pista adeguata. Ma mica tanto, se è vero come è vero che successivamente la Regione dovette intervenire con 500mila euro per completarla. Su tutto, sempre, le mille polemiche per il suo essere a meno di 100 chilometri da quello che, persino pomposamente, abbiamo imparato a chiamare Aereoporto d’Abruzzo. L’Aeroporto dei Parchi è sembrato, prima ancora di nascere, già fuori dal delicatissimo sistema aeroportuale italiano. Nel maggio dell’anno scorso se ne occupò la trasmissione di Rai3 Off the Report: gli amministratori locali non è che ci fecero proprio una bella figura. Il giornalista Antonino Monteleone intervistò, fra gli altri, l’imprenditore calabrese Guseppe Musarella, titolare della società di gestione, e l’assessore comunale Emanuela Iorio, pediatra con delega ai trasporti, che dichiarò candidamente: “Ho preso questa delega perché il mio mondo è il mondo giovanile e ho visto l’aeroporto da… pediatra. Può sembrare un discorso che non c’entra nulla, ma io la vedo così, il pediatra è quello che si occupa della nascita e della diciamo, dell’evoluzione del bambino quindi che diventa un adulto. Quindi molto contatto con lo sviluppo economico per i giovani della mia città”. Sarà, ma il pur nobile interessamento non sembra aver curato questo neonato cagionevole, visto che, ad oggi, lo conoscono in sette-otto: tanti quanti hanno utilizzato il volo Twinjet decollato il 26 maggio e già sospeso. La prevista clientela business vagheggiata dal sindaco Cialente per quest’opera che definì strategica si vede che ha altro da fare, o magari preferisce partire 90 chilometri più in là, dove se prenoti per tempo Ryanair il volo per Bergamo te lo tira dietro, altro che i 139 euro da Preturo a Malpensa. Il guaio è che, se hai meno di 500mila passeggeri all’anno, o chiudi o paga Pantalone, cioè noi, oppure ti affidi alle mani del privato. E’ così che entrò n scena il gruppo Xpress di Giuseppe Musarella, secondo il quale c’erano le condizioni per fare business. Musarella, che si barcamena tra trasporto di materiali radioattivi, commercio di integratori alimentari e gestione di scali aerei, si fece carico dell’Aeroporto dei Parchi. Il Comune glielo offrì chiavi in mano, con un bonus di 200mila euro l’anno nei primi tre anni di gestione, in cambio dell’abilitazione commerciale e del volo settimanale per Milano. Alla faccia del ministro Lupi, secondo il quale si trattava di uno scalo non sostenibile. Tutti gufi, secondo il sindaco Cialente. E infatti, i gufi ci vedono e ci sentono benissimo.

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