Una petizione per la scarcerazione di Raffaele Cutolo, il boss della Nuova camorra organizzata rinchiuso da anni nel carcere di massima sicurezza di Preturo. La raccolta delle firme è stata avviata da un gruppo di persone che considera la concessione di misure alternative al carcere per il boss una “mission” umanitaria e di civiltà. E l’assistente sociale Francesco Franzese, portavoce del comitato promotore, sottolinea come sia “importante che nella nostra società democratica il diritto non sia solo una parola ma si coniughi con il senso di umanità e giustizia e non sia “giustizialismo ideologico”. Dichiarazioni rilasciate al collega del “Messaggero” Marcello Ianni. Cutolo è uno degli oltre 100 detenuti, tra uomini e donne, reclusi nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila. Lo spietato criminale della camorra ha trascorso 50 dei suoi 73 anni in carcere e da 21 anni è sottoposto al regime del 41bis. La raccolta delle firme – sottolinea Franzese – vuole essere anche un’iniziativa critica rispetto a normative eccezionali talvolta eccessive rispetto ad atteggiamenti di ravvedimento operoso e di conversione che sono diventate in dispregio della Costituzione italiana e della Carta internazionale dei Diritti Umani”.
Intanto nei giorni scorsi altre due donne sono state recluse nel carcere di Preturo. Sarebbero a capo, secondo l’accusa, del gruppo camorristico dei Belforte.

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