L’Aquila, Pistoletto insieme agli studenti

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Michelangelo Pistoletto“Il primo paradiso è quello naturale di quando eravamo dentro alla mela. Con il morso della mela uscivamo dalla natura e creavamo il Paradiso artificiale: il secondo Paradiso, che ormai divora la mela. Adesso entriamo nel terzo Paradiso integrando pienamente la vita artificiale nella vita naturale. E’ l’opera planetaria di cui noi tutti siamo gli autori”. Così l’artista biellese di fama internazionale, protagonista della corrente dell’Arte Povera e anticipatore delle pratiche artistiche di partecipazione, Michelangelo Pistoletto, ha spiegato questa mattina agli studenti del Liceo Scientifico e Artistico dell’Aquila la filosofia che sta alla base della sua arte e delle sue opere. Per la seconda volta in pochi mesi nel capoluogo di regione messo in ginocchio dal sisma e affamato di luoghi di socializzazione e spazi artistici e musei, Pistoletto ha voluto coinvolgere proprio loro, i giovani, ragazzi dai 16 ai 18 anni, nel messaggio universale di responsabilità, sostenibilità, etica, partecipazione e tutela dell’ambiente che muove la sua arte. E così, attraverso il gesto di completare la “Venere degli stracci”, l’opera forse più famosa di Pistoletto, e la “Mela reintegrata” con il dono di propri indumenti che andranno in beneficenza e di lattine di alluminio destinate al riciclo, gli studenti hanno condotto “l’arte a restituire vita alla terra”.
Mentre la Venere degli stracci continuerà a girare fra le città d’Italia e del mondo, la “Mela reintegrata” resterà nella collezione permanente di arte contemporanea del Liceo. Già ad aprile l’artista biellese ha messo in pratica la sua performance collettiva più famosa, davanti al castello cinquecentesco: il Terzo Paradiso, il grande simbolo dell’infinito con al centro il terzo cerchio che rappresenta il ventre procreativo della nuova umanità, alla quale hanno preso parte centinaia di aquilani di tutte le età.

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