A L’Aquila, prima del terremoto all’angolo fra Corso Umberto e Corso Vittorio Emanuele II c’era lo storico negozio di telefonia, dischi e piccoli elettrodomestici della famiglia Grimaldi. Un piccolo gioiello di architettura quattrocentesca che nel contesto di locali, uffici, ristoranti era anche un luogo d’incontro, di passaggio soprattutto di ragazzi e studenti nel crocevia dei Quattro Cantoni. Il palazzo è stato restaurato e sarà restituito presto alla città, dopo anni di lavori. E’ un altro pezzo del mosaico della complessa ricostruzione dell’Aquila che pian piano – pur fra mille difficoltà – prende forma e che andrà a rivitalizzare una parte del centro oggi ancora circondato dal buio e dai puntellamenti di vicoli e palazzi. Già alla fine della prossima primavera palazzo Ciolina sarà pronto a ospitare famiglie e piccoli esercizi commerciali, andando ad aggiungersi agli edifici già restituiti alla città, come il vicino palazzo Fibbioni-Lopez, un grande aggregato tra i portici di San Bernardino e via Tempera, pronto a ospitare dall’inizio di gennaio alcuni uffici del Comune dell’Aquila. L’importo delle opere di restauro di tutto l’aggregato, che comprende oltre a palazzo Ciolina anche palazzo Ciampella è, invece, di 23 milioni di euro, ma per vederlo interamente ristrutturato si dovrà aspettare il 2016. Lavori complessi per la presenza di elementi architettonici del ‘400, con corti settecentesche in basolato di pietra e l’antica tipica pavimentazione aquilana, come spiega, come spiega l’architetto Sestilio Frezzini, responsabile dei lavori. Non mancano alcune tipiche fontane nobiliari con puttini in stucco. Un importante passo avanti nel completamento del cosiddetto asse centrale dell’Aquila per l’assessore alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano.