L’Aquila, Rubbia: “Sulla ricerca l’Italia è in ritardo”

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RubbiaDodici mesi di attività per la scuola internazionale di dottorato e alta formazione del “Gran Sasso Science Institute”. Il Centro di ricerca e insegnamento nato un anno fa nel cuore dell’Aquila ancora distrutta dal sisma ha inaugurato oggi il nuovo anno accademico, con tutti i suoi giovani ricercatori che hanno svolto ricerca nel campo della fisica astro-particellare, della matematica connessa alle scienze naturali, sociali e della vita, di informatica e di scienze sociali. La cerimonia è stata l’occasione per fare un bilancio delle attività del Gran Sasso Science Institute, davanti a una platea di giovani ricercatori e post doc provenienti da tutto il mondo, tra cui Paesi come la Germania, il Vietnam, l’Albania, il Pakistan, l’Iran, la Turchia. A salutare i giovani, tra i diversi ospiti del mondo scientifico, c’erano Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale italiana, i vertici dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare, il direttore del Gran Sasso Science institute, Eugenio Coccia. Affidata all’ex ministro dell’Istruzione Francesco Profumo la lectio magistralis, mentre a fare gli auguri ai giovani dottorandi è stato il Nobel per la Fisica Carlo Rubbia. “Nel campo della ricerca scientifica L’Italia deve fare di più”: è stato il monito del grande fisico al mondo della politica e delle istituzioni rappresentato in sala. Era il primo novembre del 2013 quando i corsi di dottorato hanno avuto inizio nella sede alla villa comunale, nel cuore di una città che sta rinascendo dalle macerie del sisma. E che vuole invertire la rotta e investire in ricerca scientifica. Ci crede fortemente il sindaco, Massimo Cialente. (Marianna Gianforte)

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