L’Aquila Rugby: un’umiliazione storica. E’ retrocessione!

camusso

rugbyPRATO – L’Aquila rugby, la gloriosa L’Aquila rugby, 5 scudetti e un pezzo di storia della città, è retrocessa. A Prato nello spareggio secco vincono i Crociati Noceto 21 – 15 all’ultimo assalto. Poco o nulla conta sottolineare l’errore di Callori, poco o nulla conta sottolineare come i neroverdi comandavano ( 15-6) e controllavano la gara, quel che fa rabbia è che la squadra è retrocessa. Una retrocessione figlia di una gestione ( non parliamo di conduzione tecnica) pessima e fatta senza un briciolo di competenza. L’Aquila rugby, dipinta dalle grandi menti che la gestivano e la gestiscono come da scudetto neanche un anno fa a luglio davanti al sindaco Cialente ( che ora deve intervenire con il pugno durissimo), è retrocessa gettando nella malinconia una città che ama la palla ovale. Chi ha fatto questo regalo in barba alla tradizione e al blasone della città deve avere il coraggio di dimettersi domani stesso con un filo di voce, in punta di piedi portandosi con sè quella presunzione  con la quala ha messo a credere a istituzioni e sponsor che la squadra era da scudetto o da play off al massimo. L’Aquila rugby non meritava questo, l’Aquila rugby era e ci auguriamo torni ad essere un punto di riferimento per la città ma deve essere rinnovata. Una tiratina d’orechie grande così al presidente che aveva messo tutti in discussione a ottobre quando era possibile salvare il salvabile per poi mettere tutto a tacere perchè illuso per la seconda volta anche lui. Una barzelletta che non ha fatto ridere più di tanto quella legata ale vicende societarie: chi voleva rafforzare la squadra chi invece salvaguardare il bilancio tra mille incongruenze e un’incapacità gestioinale imbarazzante. Si è scomodata la figura di Mascioletti, si è chiesto collaborazione alla Old salvo poi fare di testa propria, sono stati mandati 15 ragazzi in campo allo sbaraglio sperando e cnfidando nel loro cuore. Che non è bastato. Un bagno di umiltà, mani nei capelli per mascherarsi dalla vergogna, senza più tempo ora per passerelle in tv nazionali con libri o racconti di non sappiamo cosa. Solo una certezza. Noi, su questo organo di informazione, avevamo lanciato il campanello d’allarme. Ha vinto il tenersi stretto la poltrona, l’incapacità gestionale e quell’improvvisazione che non meritava L’Aquila nel rugby. Ci fermiamo qui, con la speranza che certi personaggi abbiano il buon senso di lasciare e che l’Aquila torni, in un futuro non molto lontano, ad essere protagonista nel mondo del rugby.

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