Su via Roma a L’Aquila spunta un cartello che autorizza l’installazione di una gru per avviare i lavori di ricostruzione del palazzo al civico 207 (già abbattuto) . Subito dopo l’assessore alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano, blocca tutto prima che il “pasticciaccio brutto” di via Roma esploda. La questione è quella dibattuta e complessa del recupero di Porta Barete, storico ingresso a ovest della città che insiste nell’area ricompresa tra via Vicentini e le mura urbiche, sulla quale da tempo si è avviata una campagna di riqualificazione e valorizzazione, sostenuta da numerose associazioni civiche e culturali dell’Aquila, promotrici tra l’altro di una poderosa raccolta firme pro-Porta Barete alla quale hanno risposto 11.518 persone. Il progetto di recupero dell’area – che con i lavori post-sisma si è rivelata un gioiello archeologico – entra in conflitto con la ricostruzione del palazzo al civico 207, che sorge a poca distanza da Porta Barete. E ora è polemica sul come sia stato possibile che l’ufficio di Polizia municipale abbia approvato la richiesta di autorizzare l’inizio dei lavori dell’edificio, in piena fase di ricerca da parte del Comune e delle associazioni coinvolte di una soluzione che unisca l’interesse collettivo di una città da ricostruire sicura ma anche bella, con quello privato di chi vuol vedere ricostruita la propria casa. I residenti del civico 207 si sono sempre mostrati contrari a soluzioni alternative alla ricostruzione in loco (ad esempio la ricollocazione totale o lo spostamento di qualche metro del palazzo). Intanto l’assessore Di Stefano ha annunciato di aver già dato mandato ai propri uffici di chiedere al servizio di Polizia municipale per fermare l’autorizzazione, in quanto “non si possono fare spese inutili”, e definisce l’autorizzazione a installare la gru “una forzatura”.