Tangenti chiese: la Mancinelli e Vinci scelgono il silenzio

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operazione betrayalSi sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande dei magistrati, due dei cinque arrestati nell’ambito della nuova inchiesta della Procura aquilana su presunte tangenti nella ricostruzione di alcune chiese e beni di proprietà della Curia arcivescovile. Dunque scena muta agli interrogatori di garanzia dinanzi al gip per l’imprenditore Nunzio Massimo Vinci e la dirigente regionale del Mibac Alessandra Mancinelli, i due maggiori indiziati, finiti in carcere nell’ambito dell’operazione “Betrayal”, portata avanti dal servizio criminalità organizzata, dalla squadra mobile della questura e dal nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle. I due sarebbero protagonisti inconsapevoli di un video che per gli investigatori rappresenta la prova della consegna di una mazzetta. In particolare i fatti contestati risalirebbero al 7 giugno del 2013, quando in un ristorante di Carsoli Nunzio Massimo Vinci consegnò a Marchetti, per conto dell’imprenditore Cricchi, una busta con 10mila euro, poi passata alla Mancinelli che la ripose nella borsa: l’anticipo di una tangente da 190 mila euro, una somma pari all’1% dei 19 milioni di euro dell’appalto per il recupero e il consolidamento della chiesa di Santa Maria Paganica. L’appalto sarebbe dovuto andare a due imprenditori finiti agli arresti: lo stesso Vinci e Patrizio Cricchi.
Per l’accusa insieme ad Alessandra Mancinelli, all’epoca segretaria del”imprenditore Vinci, operava anche Luciano Marchetti, ex vice commissario per i beni culturali, chiedendo soldi in cambio di appalti ai due imprenditori. 
L’inchiesta, portata avanti dalla polizia e dalla finanza e coordinata dai pm Antonietta Picardi e David Mancini, mira ad accertare altre presunte dazioni di denaro per favorire imprese nella ricostruzione di altre chiese. In particolare ci sarebbero stati presunti accordi tra le parti in relazione anche all’assegnazione in subappalto di altri lavori di beni sempre di proprietà della Curia. Oltre ai cinque arrestati nell’inchiesta denominata “Betrayal, ci sono sedici indagati.
Gli interrogatori di garanzia riprenderanno giovedì quando davanti al GIP Grieco sfileranno le tre persone ritrette ai domiciliari, tra cui l’ex commissario Luciano Marchetti. Nel pomeriggio dello stesso giorno l’imprenditore Vinci sarà ascoltato dal PM.  

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