Un confronto pubblico da cui fare uscire proposte per la nuova legge sulla ricostruzione post-sisma, che superi i limiti della legge elaborata dal Partito democratico locale e ferma ormai da mesi nei cassetti della Presidenza del consiglio dei ministri. A organizzarlo per oggi pomeriggio nella sede del Palazzetto dei Nobili, in centro storico, sono le due opposizioni civiche in consiglio comunale, “L’Aquila che vogliamo” e “Appello per L’Aquila”. L’incontro arriva dopo la richiesta fatta alcune settimane fa e rimasta senza risposta di un consiglio comunale straordinario per confrontarsi proprio sulla legge per la ricostruzione. Di fronte al silenzio del presidente dell’assise civica e di tutta l’amministrazione comunale, i due movimenti civici hanno chiamato a raccolta la cittadinanza e, con essa, tutte le organizzazioni di categoria, le associazioni, i movimenti, i professionisti. La legge sulla ricostruzione resta uno strumento fondamentale di rinascita e prevenzione a oltre cinque anni e mezzo dal terremoto che ha distrutto L’Aquila e decine di paesi, anni in cui si sono trascinati senza soluzione problemi legati non soltanto alla ricostruzione materiale, ma anche alla rinascita sociale ed economica. Uno strumento che serve a tutto il Paese, attraversato da catastrofi naturali quasi sempre legate al consumo sbagliato del suolo da parte dell’uomo, o alla scarsa attenzione verso la prevenzione sismica e idro-geologica. Di fronte al silenzio del governo, secondo le due opposizioni civiche, serve un cambio di metodo. “La legge deve partire dal basso, dai cittadini e non essere imposta – spiega Vincenzo Vittorini, consigliere comunale di “L’Aquila che vogliamo”. Tra i cavalli di battaglia dei due movimenti di opposizione ci sono la prevenzione, la sicurezza e il cosiddetto “libretto del fabbricato” da affiggere con tutte le caratteristiche strutturali dell’edificio.