video » La Pescara “da bere” nel romanzo “La Vipera”

La vipera ridottoTutto era possibile nella Pescara a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90. Erano gli anni di Giovanni Galeone e della sua banda di ragazzini capace di conquistare una miracolosa promozione in serie A; ma erano anche gli anni delle serate mondane, dei concerti, delle feste in spiaggia l’estate. Erano gli anni, in cui, Pescara e soprattutto i pescaresi hanno cominciato ad assaporare il gusto tipico della “dolce vita”, a prenderne in qualche modo consapevolezza dopo i tristi anni ’70, e ad imparare a cogliere opportunità. Da quella atmosfera forse un pò edonista ma in parte anche, in qualche modo, rinascimentale prende le mosse la storia raccontata dal giornalista Bruno Barteloni nel suo romanzo d’esordio “La Vipera”. Tratto da un soggetto dell’ex fotomodello pescarese Alessio Consorte, il romanzo racconta le, per così dire, avventure di una microcomunità gay, realmente esistita e, in qualche modo, rappresentata dal noto personaggio Enzo, detto “La Vipera” appunto, ma da li ripercorre anche gli anni a seguire, le diffidenzie di un certo perbenismo e la difficoltà nel trovare un posto al sole nella società. C’é un pò della Rimini di Pier Vittorio Tondelli, scovando nella narrativa, ma, considerando che da questo libro potrebbe nascere anche un film, c’é anche un pò di Fellini ed Almodovar il tutto servito con stile asciutto e mai ridondante, con citazioni di Schopenauer che ben si conciliano con detti tipicamente pescaresi. Il libro presentato nei giorni scorsi nel suggestivo scenario del “186” a Villaggio Alcyone con la partecipazione colorita ma per nulla volgare di un gruppo di Drag Queen quasi a lanciare un messaggio alla Pescara dei giorni nostri, un pò decadente ed effimera, dove l’apparire continua a prevalere sull’essere.


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