Caro Direttore,
accade almeno da vent’anni che chi è chiamato a governare la città di Pescara fa le solite ‘promesse da marinaio’ sulla valorizzazione e la tutela della Riserva Naturale della Pineta Dannunziana,che è ormai al collasso. E non ancora si capisce bene il perché di tale grave e puntuale smemoratezza e disattenzione nei confronti di un patrimonio naturalistico così importante per l’ambiente e la collettività pescarese.
Il laghetto ridotto a cloaca a cielo aperto,il patrimonio arboreo fortemente ridotto,gli attrezzi e il parco giochi del ‘percorso vita’ sfasciati e degradati,i bagni pubblici in muratura, inspiegabilmente chiusi da più di dieci anni, ridotti a capanno degli attrezzi,i percorsi naturalistici che conservano solo patetici cartelli che indicano aree infestate da rovi e gramigne,un misero e cadente spogliatoio per gli amanti della corsa, panchine artrosiche e contorte,questa è la triste immagine d’insieme della Riserva Naturale oggi.
Intanto, in qualche cassetto del Comune di Pescara giace da anni il Piano di Riassetto Naturalistico, mai discusso, mai dibattuto, mai adottato.
Mai come ora lo slogan di ‘Pescara città dannunziana’ suona così falso e dissonante.
Saluti
Antonio Taraborrelli
Pescara
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