Dodici impianti di depurazione di scarichi di acque reflue della Sasi di Lanciano sono stati sequestrati nell’ambito di un’inchiesta della Procura frentana, in cui è indagato il presidente della società, Domenico Scutti. La Sasi spa gestisce acquedotti, depurazione e fognature per i 92 comuni della provincia di Chieti, compresi nel territorio dell’A.T.O. 6 Chietino, ma l’inchiesta riguarda solo l’attività di depurazione nella zona di competenza della Procura di Lanciano.
Il provvedimento di sequestro è del Gip di Lanciano, Massimo Canosa, e fa riferimento a “violazioni ambientali riscontrate dagli organi di controllo e dai consulenti tecnici della Procura, definite nel dispositivo persistenti, tuttora in atto e derivanti da una programmatica, pervicace e dolosa gestione degli impianti, del tutto non curante degli esiti negativi dei controlli succedutisi nel corso degli anni, principalmente ad opera dell’Arta”.
Il provvedimento è stato chiesto dal Procuratore Francesco Menditto a conclusione di due anni di indagini e dopo relazioni tecniche, chimiche e biologiche da parte dei consulenti. Gli impianti sequestrati sono a Lanciano (tre), a Santa Liberata (principale depuratore), a Villa Martelli (uno) e Cerratina (uno). Altri impianti sono stati sequestrati a Treglio (uno), a Rocca San Giovanni (due), ad Atessa (tre); sequestrati uno ciascuno a Santa Maria Imbaro, Bomba e Quadri.
Le operazioni di sequestro sono state effettuate oggi da Noe di Pescara, capitaneria di Porto di Ortona e Corpo Forestale provinciale di Chieti. Gli impianti sono stati affidati in custodia giudiziale ai responsabili Sasi, disponendo il differimento della chiusura degli impianti di trenta giorni, in modo da consentire attività dirette a rimuovere i fatti illeciti, accertati in materia di inquinamento.
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