Lavori pubblici: la rivolta degli ingegneri contro la Regione

ingegnere R400(di Marianna Gianforte) – Una pioggia di ricorsi al Tar e probabilmente una class action contro la Regione Abruzzo. E’ questa la soluzione estrema a cui gli ingegneri abruzzesi arriveranno se il governatore D’Alfonso resterà in silenzio di fronte a quello che i tecnici definiscono “un passo indietro di 20 anni” che svilisce e sminuisce da un punto di vista professionale e finanziario il lavoro dei liberi professionisti tecnici. Al centro di una levata di scudi da parte degli ingegneri abruzzesi, che si sono riuniti questa mattina nella sede aquilana, c’è la volontà della Regione di imporre un tetto massimo del 3% al contributo regionale per le spese tecniche relative ai progetti per i lavori pubblici, una decisione incomprensibile per gli ingegneri, che ribadiscono: “Una normativa nazionale in merito esiste e stabilisce nel dettaglio i costi delle prestazioni professionali che vanno messe a gara”. Attraverso la riduzione del costo delle prestazioni professionali, invece, non viene incentivata nemmeno una corretta politica di prevenzione e sicurezza nei lavori pubblici, ossia prevalentemente scuole, strade, infrastrutture.

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