Le spese pazze dell’Aca

ACALa consulenza choc di Gianluca Vita della Procura di Pescara sull’Azienda Acquedottistica dell’Aca fa emergere un quadro a dir poco sconcertante su come venivano spesi i soldi delle nostre bollette. Dal 2008 al 2013 una serie di acrobazie per evitare il fallimento, grazie anche alla complicità, secondo l’accusa, dell’Ato che avrebbe dovuto controllare, ma non l’ha fatto. Poi nel 2013 la richiesta del concordato preventivo del nuovo presidente che ha preso il posto di Ezio Di Cristoforo, tra i principali indagati in tutti i procedimenti a carico dell’azienda acquedottistica. La sensazione, però, é che si dovrebbe scavare ancora un pò per capire se il malcostume ha radici lontane. Due cene a Minsk a luglio ed ottobre del 2010 per venti persone, totale circa 1700 euro; nello stesso anno 991 euro per una missione a Saragozza e 4400 euro per la festa di S.Romualdo a Teramo. Per non parlare dei rimborsi viaggio per Di Cristoforo: 20.000 nel 2009 ed il doppio dal 2010 al 2013. Rimborsi sospetti anche per l’allora vice presidente Giuseppe Di Michele e per la dirigente Concetta Di Luzio, mentre Vita sottolinea che solo nel 2010 i mancati investimenti per il miglioramento del servizio sono stati di almeno 50 milioni di euro. Dei 123 milioni di debito riscontrati, che i creditori riavranno solo in parte a causa del concordato preventivo,  ballano 4 milioni di spese che la Procura ipotizza come responsabilità contabile ed un quadro generale di totale inganno – scrive Vita – per i soci e i terzi, facendo credere che la società era in utile di esercizio, anche al fine – precisa il consulente – di far beneficiare il presidente di illegittimi premi connessi alla presenza di utili. E Così le accuse a carico di Di Cristoforo e degli altri indagati si triplicano e sfociano nella truffa, nell’autoriciclaggio e falso.

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