Le “Strade del Vino” per battere la crisi

viniVino, ma anche cibo, cultura e web. Insieme diventano “brand destination” ovvero la ricetta turistica in grado di battere la crisi. Dalla vacanza multidimensionale al distretto come sistema turistico, dalla cultura del cibo al ruolo delle piccole e medie imprese, dalla tassa di soggiorno alla comunicazione on line, fino alla “continuità” e “congruità” paesaggistica, lo stato dell’arte del turismo enogastronomico tra sfide e opportunità è stato protagonista a “Strade del Vino e Distretti Enogastronomici”, il Forum delle Città del Vino di scena il 22 giugno alla Camera di Commercio di Chieti, per un rilancio del ruolo strategico del settore e dei territori d’origine del made in Italy. Un momento importante di riflessione che ha portato in Abruzzo, nella provincia di Chieti, i tantissimi sindaci e amministratori dell’associazione Città del Vino oltre a studiosi e giornalisti del settore. L’evento del Forum in Abruzzo si inserisce nelll’annuale Convention Città del Vino. Una tre giorni dedicata a vino ed enogastronomia che rappresenta un veicolo importante di promozione e valorizzazione del territorio ospitante. “Un’occasione – ha sostenuto Fabrizio Montepara, vice presidente nazionale e coordinatore regionale Città del Vino – per ribadire la necessità per gli enti locali di predisporre strumenti atti alla valorizzazione del territorio e alla crescita della cultura dell’accoglienza. Solo così, infatti, potremo fare quel salto di qualità necessario alla definitiva consacrazione come destinazione turistica”. L’assessore regionale al turismo Mauro Di Dalmazio ha invece lanciato un ammonimento: “c’è molta ipocrisia nel campo, parlare di turismo è political correct ma poi non si riesce ad individuare un interlocutore nazionale per i progetti turistici. Oppure dare vita al primo piano strategico per il turismo, realizzato dagli assessori al turismo, per dare uno strumento al sistema Paese ed affermare la centralità dello sviluppo turistico come modello necessario di sviluppo, e vedere che in realtà si è arenato. Oggi il turismo si vende e per venderlo il prodotto turistico deve avere appeal e deve essere competitivo, solo un sistema integrato ed efficiente di servizi può creare un prodotto vincente. Anche l’enoturismo per quanto forte non basta se non è inserito in una struttura in grado di offrire una molteplicità di servizi di qualità “. La speranza, per il presidente delle Città del Vino, Pietro Iadanza è che il Forum sia il punto di partenza che dia il via ad una strategia nazionale unica, una regia comune, e per farlo abbiamo bisogno che il nostro impegno venga ascoltato dagli interlocutori nazionali, dal Governo e dai Ministri, da quello del Turismo a quello dell’Agricoltura. Non possiamo più aspettare, è necessario agire, perché c’è l’esigenza di un’attenzione particolare per il settore del turismo enogastronomico e di un tavolo istituzionale intorno al quale far sedere tutte le controparti interessate. Il must è lanciare un modello italiano di turismo enogastronomico. Da qui nasce il “libro bianco” con le proposte delle Città del Vino per il Ministro Bray».

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