“Green economy e petrolio non possono convivere. Non si accettano più strumentalizzazioni, occorre fare una scelta di campo, bisogna essere chiari su quale sviluppo vogliamo per l’Abruzzo”: con queste parole l’associazione ambientalista Legambiente, patrocinante del Premio Confindustria Green Abruzzo, ha ribadito a Sulmona la necessità di uscire dalla brown economy accompagnando imprese, comuni e scuole che si impegnano in un nuovo modello di sviluppo sostenibile fondato sull’economia verde. “Abbiamo sempre pensato che il premio da noi patrocinato da tre anni potesse rappresentare un importante occasione per lo sviluppo di un nuovo modello basato sulla green economy – ha dichiarato Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo -, ed è per questo che non può essere compromesso o strumentalizzato da sponsorizzazioni dell’ultima ora della lobby petrolifera, azione futile e risultato di una visione ottusa di quell’economia novecentesca che ancora resiste e condiziona la Confindustria abruzzese e nazionale. Ci aspettiamo una scelta di campo che segni l’uscita dal petrolio della nostra Regione e punti sul green, l’unico modello di crescita possibile. E’ questa la condizione per mantenere il nostro patrocinio alle future edizioni del premio”.
I premiati del concorso Green Abruzzo
La protesta
Intanto altri ambientalisti, a margine della cerimonia, sempre a Sulmona, hanno contestato l’iniziativa. Il sit-in di protesta si è svolto nel corso della cerimonia di premiazione nell’Abbazia celestiniana. I manifestanti hanno eposto alcuni cartelli chiedendo di essere ascoltati da Fabio Spinosa Pingue. “E’ un’operazione mistificante che vorrebbe valorizzare l’economia verde ma che ha come sponsor l’industria petrolifera, in particolare la Petroceltic, che intende trivellare il mare Adriatico di fronte al Parco nazionale della costa Teatina. Sorprende – evidenziano gli ambientalisti – che a fianco del logo della Petroceltic figurino quelli di Legambiente e di enti pubblici come ARTA, ANCI e Parco Nazionale della Majella. Va ricordato che Confindustria è l’associazione che più di ogni altra sostiene la trasformazione dell’Abruzzo, regione verde d’Europa, in distretto minerario, e sempre la Confindustria sostiene il progetto Snam del grande metanodotto Rete Adriatica e della centrale di compressione a Sulmona, che rappresentano un grande rischio per il nostro territorio nonchè per la salute e la sicurezza dei cittadini”.
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