Legambiente: green economy senza petrolio

green economy“Green economy e petrolio non possono convivere. Non si accettano più strumentalizzazioni, occorre fare una scelta di campo, bisogna essere chiari su quale sviluppo vogliamo per l’Abruzzo”: con queste parole l’associazione ambientalista Legambiente, patrocinante del Premio Confindustria Green Abruzzo, ha ribadito a Sulmona la necessità di uscire dalla brown economy accompagnando imprese, comuni e scuole che si impegnano in un nuovo modello di sviluppo sostenibile fondato sull’economia verde. “Abbiamo sempre pensato che il premio da noi patrocinato da tre anni potesse rappresentare un importante occasione per lo sviluppo di un nuovo modello basato sulla green economy – ha dichiarato Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo -, ed è per questo che non può essere compromesso o strumentalizzato da sponsorizzazioni dell’ultima ora della lobby petrolifera, azione futile e risultato di una visione ottusa di quell’economia novecentesca che ancora resiste e condiziona la Confindustria abruzzese e nazionale. Ci aspettiamo una scelta di campo che segni l’uscita dal petrolio della nostra Regione e punti sul green, l’unico modello di crescita possibile. E’ questa la condizione per mantenere il nostro patrocinio alle future edizioni del premio”.

I premiati del concorso Green Abruzzo

Il Premio Confindustria Green Abruzzo nasce da un’idea di Fabio Spinosa Pingue, ex presidente di Confindustria L’Aquila, in collaborazione con Simone D’Alessandro, di Carsa The Thinking Company, ed è patrocinato da Legambiente Abruzzo. Ad aggiudicarsi il riconoscimento tra le 26 concorrenti orientate alla green economy sono state quattro realtà innovative abruzzesi, tre private (Assut Europae, Elital, Di Silvestro) e una pubblica (il Comune di Roccaraso, per aver sperimentato un sistema innovativo nel trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati con una tecnologia brevettata per la produzione di combustibile solido secondario). I vincitori sono stati proclamati nella cerimonia che si è svolta nell’abbazia celestiniana, a Sulmona. Per progetti, metodologie o brevetti meritevoli di attenzione, sono state conferite anche quattro menzioni speciali, andate all’Istituto d’istruzione superiore “Fermi” (per aver dato un percorso teorico e pratico di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità e dell’etica ambientale, rivolto agli studenti del territorio), al Comune di Raiano (per aver avviato un progetto sperimentale per la redazione di un Manuale di Certificazione dei Crediti di Carbonio finalizzato al mercato volontario locale), al Consiglio regionale abruzzese (per aver avviato una politica di efficientamento energetico del patrimonio edilizio che prevede la riqualificazione dei sistemi edificio-impianto in tutte le sedi dell’amministrazione) e all’ingegnere Panfilo Marinucci, ricercatore (per aver brevettato un metodo per la realizzazione a basso costo di impianti ad alta efficienza, sicurezza e affidabilità, per la generazione simultanea di energia elettrica e calore da fonti energetiche distribuite). “Le 26 realtà coinvolte in questa terza edizione – commenta Fabio Spinosa Pingue, ex presidente di Confindustria  – vanno ad aggiungersi alle oltre 70 delle precedenti. Un dato che rivela la costante diffusione di una mentalità green tra le realtà pubbliche e private della nostra Regione. Lo sforzo principale, che è anche lo scopo del Premio, é quello di creare una vera e propria comunità green tutta abruzzese, capace di fare rete, di condividere saperi e potenzialità, per tracciare insieme una strada di sviluppo economico sostenibile per tutto il territorio. Il futuro economico ed occupazionale del nostro Paese ha bisogno dell’industria e l’industria può e deve essere sostenibile”.

La protesta

Intanto altri ambientalisti, a margine della cerimonia, sempre a Sulmona, hanno contestato l’iniziativa. Il sit-in di protesta si è svolto nel corso della cerimonia di premiazione nell’Abbazia celestiniana. I manifestanti hanno eposto alcuni cartelli chiedendo di essere ascoltati da Fabio Spinosa Pingue. “E’ un’operazione mistificante che vorrebbe valorizzare l’economia verde ma che ha come sponsor l’industria petrolifera, in particolare la Petroceltic, che intende trivellare il mare Adriatico di fronte al Parco nazionale della costa Teatina. Sorprende – evidenziano gli ambientalisti – che a fianco del logo della Petroceltic figurino quelli di Legambiente e di enti pubblici come ARTA, ANCI e Parco Nazionale della Majella. Va ricordato che Confindustria è l’associazione che più di ogni altra sostiene la trasformazione dell’Abruzzo, regione verde d’Europa, in distretto minerario, e sempre la Confindustria sostiene il progetto Snam del grande metanodotto Rete Adriatica e della centrale di compressione a Sulmona, che rappresentano un grande rischio per il nostro territorio nonchè per la salute e la sicurezza dei cittadini”.

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