Aspettando la tradizionale visita in Abruzzo della Goletta Verde per il monitoraggio sullo stato di salute del mare e dei litorali, Legambiente ha presentato un inedito studio sul consumo della costa abruzzese negli ultimi ventitre anni. Sovrapponendo le foto satellitari scattate nel 1988 con quelle registrate nel 2001 è emerso che ben il 63% della costa, da Martinsicuro a San Salvo è stato irreversibilmente modificato da infrastrutture e urbanizzazioni. Ben 91 chilometri su 143 complessivi. La situazione più critica si registra nell’area di Pescara, Montesilvano e Francavilla. Venti i chilometri di costa completamente artificializzati. Solo a 35 chilometri ammontano i tratti di costa integri, di cui diciassette possono ancora considerarsi ancora paesaggi agricoli. Quelli, ha sottolineato il dossier dell’associazione ambientalista, a maggiore rischio di speculazione e per questo bisognosi di maggiore tutela. L’associazione chiede a tale proposito due misure urgenti: innanzitutto fissare, attraverso l’approvazione di un piano paesaggistico, un vincolo di inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere non ancora divorate dal cemento ad almeno un chilometro dal mare. Seguendo così il il modello già adottato con successo dalla Regione Sardegna. In secondo luogo accelerare l’istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina. Il tratto da Ortona a San Salvo, infatti, contiene la quasi totalità del paesaggio costiero non ancora compromesso. Un connubio unico, in Italia, di bellezze naturali e tradizioni agricole. Da sottrarre con forza a mire speculative, nell’interesse dell’Abruzzo e dell’intero Paese.
Di cementificazione, ma anche di infrastrutture, petrolio, qualità delle acque e scarichi fognari, si parlerà anche duranti i quattro giorni di visita della Goletta Verde in Abruzzo. Dal primo al quattro luglio, l’imbarcazione di Legambiente farà tappa a Giulianova,Pescara,Ortona e Vasto. Prevista anche, nella mattinata di mercoledì prossimo 3 luglio un festoso blitz nei pressi della piattaforma Ombrina Mare.

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