Liquami anomali nel fiume? L’Arta sospende i controlli

stellamaris

asse attrezzato crollatoA volte la realtà è più paradossale di ogni fantasia: in seguito allo sversamento di liquami nel fiume Pescara, originato dal cedimento della condotta dopo lo smottamento sull’asse attrezzato, l’Arta ha comunicato di aver temporaneamente sospeso il monitoraggio della acque di balneazione lungo il litorale pescarese potenzialmente interessato dall’immissione delle acque fluviali. A determinare la decisione è stata la “situazione anomala determinata dall’interruzione dell’adduttrice sud delle acque fognarie al depuratore di Pescara, a-vvenuta a seguito del cedimento del muro di contenimento dell’asse attrezzato”. In sostanza, visto che una parte consistente dei liquami provenienti dalla parte sud non possono essere trattati dall’impianto e devono essere sversati, temporaneamente, nel fiume, ogni rilevamento sarebbe fuorviante rispetto ad uno stato di normalità. L’Arta aggiunge che la riconnessione della fogna al depuratore è “affrontata con priorità, non solo per riportare al trattamento le acque reflue, ma anche per evitare che il protrarsi dello stato di non alimentazione dei fanghi attivi del depuratore possa pregiudicarne l’efficienza nella funzionalità. Qualora dovesse verificarsi tale evenienza, ripristinare le condizioni di normalità richiederebbe tempi piuttosto lunghi (probabilmente qualche mese)”. Il provvedimento, che pure, precisa l’Arta, è legittimato dalla normativa vigente, ha subito innescato la reazione del Comitato No Rifiuti a Fosso Grande. “Con la salute della gente non si scherza. Nemmeno l’Arta se lo può permettere. Di fronte ad una grave emergenza ambientale invece di aumentare i controlli dell’acqua del mare addirittura li sospende – dice Alessio Di Pasquale, segretario del Comitato No Rifiuti – Chiediamo che subentri immediatamente la Direzione Marittima di Pescara, che ha il potere di fare prelievi e di obbligare l’Arta a fare esami immediati. L’Arta ha un compito: quello di monitorare la qualità dell’acqua a tutela dei cittadini, deve rispettare questo dovere senza fare valutazioni politiche mai richieste e inopportune – aggiunge Di Pasquale – l’Arta cita un decreto legislativo del 2008 che permetterebbe la sospensione delle analisi in caso di “situazione anomala” dove si precisa che per “situazione anomala” la stessa legge intende “un evento o una combinazione di eventi che impattano sulla qualità delle acque di balneazione nella zona in questione e il cui verificarsi è previsto in media non più di una volta ogni quattro anni”. Evidentemente all’Arta hanno anche la sfera di cristallo per fare simili previsioni. A questo punto è inevitabile che la Direzione Marittima prenda in mano la gestione di tutta questa vicenda, assieme ad un’inchiesta da parte della Procura di una storia che per comportamenti e silenzi sta assumendo contorni inquietanti. Sulla salute dei cittadini non si specula”.

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