“Solo sterili polemiche politiche, io penso a lavorare”, risponde così il presidente dell’Asm che si occupa dello smaltimento delle macerie della ricostruzione, Rinaldo Tordera, alle critiche mosse dal consigliere comunale d’opposizione Ettore Di Cesare. Raggiunto a telefono Tordera chiarisce che entro il 10 marzo saranno stipulate le convenzioni con gli Uffici speciali per L’Aquila e quello per il cratere sismico, per mettere a punto il processo operativo e tecnico per la raccolta e il conferimento delle macerie pubbliche provenienti dalle demolizioni nel sito individuato dal Comune per questo scopo: ossia la cava dell’ex-Teges nella periferia est della città, a Paganica. Sito che per Di Cesare non è appropriato a svolgere un lavoro immane. “Il ritmo di lavoro è lentissimo, e il ripristino non è stato nemmeno iniziato – spiega. “A Pontignone (località dove ha sede l’ex Teges) risultano conferite oltre 495.000 tonnellate di macerie, ne sono state trattate – secondo il consigliere comunale di “Appello per L’Aquila – “183.000 con un ritmo di 1.174 tonnellate a settimana”. Un sito insufficiente a contenere una tale mole di materiale. Esiste un altro progetto, quello per la realizzazione di un Polo per lo smaltimento delle macerie e mai realizzato a Barisciano per il recupero degli inerti, che avrebbe una capacità di trattare circa 1.000 tonnellate al giorno. Ma il ripristino ambientale, spiega Di Cesare, non è stato nemmeno iniziato. DI fronte alla risposta in realtà generica ed evasiva in merito del presidente dell’Asm, dall’Usrc fanno sapere in vece che il primo Comune a partire con lo smaltimento delle macerie da crolli e demolizioni sarà, a marzo, San Pio delle Camere.