Macroregione Adriatica: Edi Rama, Abruzzo punto di riferimento

Edi RamaIl primo ministro Albanese, Edi Rama, ha invocato “più Europa perché il nostro continente si confronta con l’ombra del suo passato”. Per questo secondo Rama tutti devono fare uno sforzo di sintesi e “percorrere strade che consentano di coniugare una progettazione integrale, avendo una forte visione del nostro spazio e rendendo i cittadini protagonisti”. Il Premier albanese, intervenendo al convegno che ha chiuso la due giorni dedicata alla conferenza sulla Macroregione Adriatico-Ionica, organizzata dal presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, si è detto soddisfatto, perché “l’Abruzzo rappresenta un importante punto di riferimento, partner sicuro nel percorso dell’integrazione nell’Unione europea”. Un percorso, ha aggiunto Rama, che tanti albanesi, 13 mila in Abruzzo, il 18 per cento degli stranieri nella nostra regione, hanno già avviato spontaneamente. Rama ha citato d’Annunzio e Marciano ma soprattutto ha evidenziato la necessità di raccogliere la sfida del coordinamento tra le otto regioni transfrontaliere e sviluppare accanto alla pace, la ricchezza, i mercati, la tutela ambientale, le infrastrutture. 

La protesta dei lavoratori del Ciapi 
I lavoratori del Ciapi, senza stipendio da due anni, hanno manifestato fuori dall’Aurum con striscioni e cartelli: “La soluzione proposta da D’Alfonso, cioè la trasformazione del nostro ente in una società in house della Regione, per noi va benissimo, ma bisogna accelerare, perchè qui ci sono 35 famiglie che non ce la fanno più”. 

Casapound manifesta con striscioni

“Piuttosto che organizzare convegni per discutere di progetti internazionali – dice Mirko Iacomelli responsabile Casapound Pescara – preferiremmo che D’Alfonso e la sua giunta si concentrassero maggiormente sulle gravi emergenze che interessano l’Abruzzo, come il grave dissesto idrogeologico, o la chiusura dei presidi sanitari in numerosi comuni abruzzesi, o ancora la questione della disoccupazione, che da parte nostra preferiremmo trovasse una soluzione diversa da quella proposta dal premier albanese, ospite dell’evento, che ha invitato gli imprenditori abruzzesi a delocalizzare le fabbriche nel suo paese”.

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