«L’Abruzzo ha la possibilità di rilanciare la sua identità adriatica in una funzione nazionale ed europea», e in questo contesto diventa strategico il prolungamento a tutta la dorsale dell’Alta Velocità ferroviaria: una partita ancora possibile, a condizione che questa infrastruttura decisiva entri a pieno titolo nella programma della nascente Macroregione adriatico-ionica. Lo sostengono associazioni d’impresa del mondo industriale, del commercio, dell’artigianato, della piccola impresa e dell’agricoltura (Api, Casartigiani, Cia, Cna, Coldiretti, Confartigianato, Confesercenti, Confindustria) e sindacati dei lavoratori (Cgil, Cisl, Ugl, Uil) che oggi hanno messo “nero su bianco” le proprie osservazioni, partecipando ufficialmente alla consultazione aperta dall’Unione europea con istituzioni locali e mondo dell’impresa per la messa a punto del Piano d’azione della stessa Macroregione. Un documento di programmazione, questo, determinante per le scelte future: impossibile, insomma, immaginare futuri investimenti legati al potenziamento e all’estensione dell’Alta velocità ferroviaria sulla dorsale adriatica se non vi fossero inseriti.
E’ quindi una vera e propria mappa delle priorità, quella indicata da imprese e sindacati, che punta con decisione – innanzi tutto – al collegamento dell’Abruzzo con il Corridoio V (Kiev-Sarajevo-Ploče): «Un collegamento mancante nella rete trasportistica europea, la “TEN-T” – sottolinea il testo – che può essere pienamente soddisfatto recuperando il ruolo di “land bridge” naturale tra la penisola iberica e i Balcani, valorizzando l’unica rete trasportistica di rilievo già esistente tra l’Adriatico e il Tirreno: quella dell’Abruzzo verso Roma/Civitavecchia». Obiettivo possibile, questo, perché già figurava nella programmazione strategica nazionale per le infrastrutture per il periodo 2007-2013.
Al collegamento est-ovest tra le diverse aree continentali, il documento di osservazioni salda naturalmente – ecco dunque spiegato il ruolo dell’Alta Velocità – la direttrice nord-sud: «La connessione con Ploče e la realizzazione del collegamento Adriatico-Tirreno, con il prolungamento del Corridoio Baltico-Adriatico, mette l’Abruzzo al crocevia di vie continentali Nord-Sud ed Est-Ovest. L’attuale definizione, che vede questo Corridoio finire a Ravenna, deve essere superata, per recuperare il Mare Adriatico nella sua interezza dentro il Corridoio Adriatico-Baltico. È interesse europeo (macroregionale), nazionale, nonché regionale dell’Abruzzo, ripristinare un ruolo di punto d’incontro di direttrici est-ovest e nord-sud, di ponte tra i Balcani, l’Adriatico e il Tirreno».
Insomma, l’Abruzzo punta a diventare snodo centrale di una rete di connessioni oggi ancora tutta da realizzare. Perché – affermano ancora i firmatari del documento – «in particolare per quel che riguarda i Corridoi Europei, l’Abruzzo e l’intera area medio adriatica, che va da Ancona a Bari, scontano ritardi nazionali e propri».
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