Luglio si veste da marzo, di anticiclone nemmeno a parlarne e  chi impreca contro una delle più fredde estati degli ultimi anni, dovrebbe provare a mettersi nei panni anche degli agricoltori che mani giunte e sguardo in alto non possono che sperare, almeno, in un agosto più clemente. Perchè se non sfileranno uno dietro l’altro quindici giorni di caldo secco allora si che si potrà parlare di vera e propria calamità naturale. Al momento i danni sono contenuti, nessun problema ai frutteti e per ora ai vigneti, a penare, invece, gli ortaggi: “I danni più ingenti riguardano in particolare gli ortaggi a foglia larga – ci spiega Carmine Masoni della Cia Abruzzo – ed anche la fase della semina, con i terreni quasi sempre acquitrinosi il seme non riesce ad attecchire.” Non resta che sperare in un miglioramento per il mese di agosto: “Eh si perchè se seguitera’ cosi molte produzioni, specie quelle viticole, rischiano il collasso.”