video » Marcinelle: 8 Agosto 1956, storie di minatori

monti laga

MarcinelleLi chiamavano “musi neri” perché quando uscivano dalle miniere erano così sporchi di carbone in viso che gli stessi familiari stentavano a riconoscerli. I minatori abruzzesi hanno scritto anche col sangue la storia delle miniere belghe. Tanto è stato per le vittime di Marcinelle, oggi, del 1956, quando a causa dell’esplosione nella miniera belga di Bois du Cazier, morirono in 262, sessanta gli Abruzzesi che vi lavoravano. E la tragedia di Marcinelle, segnò uno spartiacque per il rispetto della sicurezza nei luoghi di lavoro. Dopo quella catastrofe molte miniere vennero chiuse. L’Abruzzo non può dimenticare il sacrificio dei suoi figli, emigrati per necessità, con il miraggio di una vita migliore. Chi è sopravvissuto, racconta di quella tragedia, si legge ancora nei loro occhi. Poi ci sono le vedove e gli orfani del disastro di Marcinelle. Diverse le iniziative, oggi, nella nostra regione, per celebrare l’anniversario. In primis a Manoppello, il paese che ha pagato di più in termini di vittime. A Pescara, l’Ugl ha promosso un convegno – dibattito dal titolo: “Da Quaregnon a Marcinelle. Storie di minatori”. Due libri, un documentario, le testimonianze, il ricordo ma anche il futuro del lavoro che deve essere sempre meno nero. E c’è un altro colore, il bianco, quello delle morti, ancora troppe nei luoghi di lavoro. Recentemente la miniera di carbone di Bois du Cazier è stata inserita tra i patrimoni dell’Unesco. E pensare che volevano farci un supermercato, forse per cancellare la vergogna. Ma i familiari e chi è stato colpito dalla tragedia si sono opposti. Così la miniera è stata conservata e messa in sicurezza. E’ diventata un museo per ricordare al mondo, ogni giorno e non solo oggi, ciò che è successo, allora, in Belgio.


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