video » “Io, costretto a ritirare i figli dall’Università”

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marineria protestaUna storia come tante, quella di Claudio, marittimo da anni ed ora, come dice lui, pensionato forzato, a 54 anni a causa del fermo forzato a cui è costretta la marineria pescarese. 166 famiglie per le quali, vivere la quotidianità è diventata un’impresa. Si aspetta il dragaggio del fiume Pescara per tornare in mare e si incrociano storie di difficoltà ma anche di grande dignità. Il signor Claudio abita a Silvi con la sua famiglia e potrebbe essere costretto a ritirare i suoi due figli dall’Università, per questioni economiche. Uno studia lingue, l’altro medicina. “Promettono bene – ci dice Claudio – ma la situazione è diventata insostenibile”. Claudio non lavora da mesi, paga 400 euro d’affitto. I figli si arrangiano come possono. C’è chi fa ripetizioni ma dice Claudio: “Non prenderei nemmeno 5 Euro da mio figlio, anche se lui volesse, non lo farei mai, piuttosto mi ucciderei!”. Si commuove Claudio, si sente in debito nei confronti dei suoi figli che hanno scelto di studiare. D’altronde, alla luce di quanto successo, non consiglierebbe mai loro di scegliere la via del mare. Quanto alla cassa integrazione e agli indennizzi, poco o niente. “Non ci si campa – dice il marittimo – tra affitto, spese, bollette, Università dei miei figli”. Alle istituzioni? “Non c’è più niente da dire, raccontano solo barzellette e noi stentiamo a vivere”. Alcuni marittimi sono costretti addirittura a mangiare alla Caritas. “I miei figli non me lo permetterebbero – conclude Claudio – per loro meglio pane ed acqua piuttosto che una scelta così drastica”. Buon vento, l’augurio che si rivolge ai marinai. Speriamo che stavolta, il vento, sia a loro favore.


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