video » “Mazzini” di Teramo e “Pierangeli” di Pescara promossi dall’AGENAS

Ospedale repartoAnche se prende in esame soltanto 5 patologie è sicuramente uno studio serio e qualificato per due ordini di motivi : primo perché è stato fatto dall’AGENAS, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari in collaborazione con il ministero della Salute; secondo perché sull’intero territorio nazionale il monitoraggio ha riguardato ben 1.200 strutture sanitarie pubbliche e private. Ne è scaturita una classifica delle 10 migliori e delle 10 peggiori in riferimento a 5 patologie importanti e diffuse come l’ictus, l’infarto, il bypass all’aorta, la frattura del femore e la colecistectomia.
La nostra regione ha idealmente portato a casa due promozioni e due bocciature. Nella cura dell’ictus la casa di cura Pierangeli di Pescara, convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale, è finita seconda dietro l’ospedale Eustacchio di San Severino Marche; due strutture nelle quali, a 30 giorni dal ricovero, i livelli di mortalità che si traducono in tassi di rischio sono bassissimi, ben al di sotto della media nazionale. Secondo posto anche per l’ospedale Mazzini di Teramo per quanto riguarda l’intervento di bypass all’aorta; meglio ha fatto soltanto la clinica Villa Maria Eleonora di Palermo: anche in questi casi è bassissimo il tasso di rischio ad un mese dal ricovero.
Le note dolenti arrivano da due ospedali cosiddetti minori finiti tra i peggiori dieci in Italia per quanto riguarda l’asportazione chirurgica della colecisti : si tratta dell’ospedale Santi Filippo e Nicola di Avezzano e del Maria Santissima dello Splendore di Giulianova. Tempi troppo lunghi di degenza sono stati segnalati rispetto a strutture più rapide nella dimissione dei pazienti.
Nessuna struttura regionale figura nelle due top ten relative alla frattura del femore e all’infarto mentre l’ultima annotazione riguarda la bontà dell’offerta sanitaria delle Marche, presente in quattro delle cinque graduatorie. Questo spiega anche la migrazione di pazienti abruzzesi nelle strutture della regione confinante con il conseguente aumento della nostra mobilità passiva.


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