Non va giù alla Medoil il quadro presentato dal WWF sul progetto “Ombrina Mare”, attingendo peraltro a dati e numeri provenienti dalla stessa società proponente l’intervento. Lo scontro è in realtà sulle interpretazioni degli stessi elementi di fatto, in particolare per quel che riguarda le emissioni. “Ciò che conta al fine dell’impatto ambientale -spiega la Medoil- sono le concentrazioni sui punti di emissione: la nave a 12 km al largo della costa (ma non è escluso che possa essere allontanata ulteriormente) e la costa stessa. A ridosso della nave -afferma la Medoil- i valori delle emissioni rientrano tutti nei limiti disposti dalla legge, se non abbondantemente al di sotto degli stessi. A maggior ragione le ricadute sulla costa saranno talmente poco apprezzabili che per stimarle si è dovuto ricorrere a modelli matematici”. “Lo studio su Ombrina che il WWF non contesta” -dice la Medoil- “dice che la concentrazione di ossidi di azoto sui punti della costa più esposti, avrà una ricaduta stimata in meno di un centesimo del limite di legge”. Infine la disquisizione sul termine “Raffineria”, che secondo la Medoil non può essere chiamato in causa nella circostanza: “gli idrocarburi provenienti da Ombrina saranno avviati a raffinazione, ma in altri impianti” -spiega Medoil- “Che senso avrebbe sottoporli due volte allo stesso trattamento ?”.
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