Montesilvano e l’integrazione difficile

sonda spaziale

immigrati-stranieri-extracomunitariIl fenomeno dell’immigrazione non era ancora esploso in tutta la sua potenza in Italia che a Montesilvano si registravano già i primi significativi insediamenti. Siamo agli inizi degli anni ’90 e tra le strade e le vie del centro adriatico si poteva tranquillamente incontrare cittadini prevalentemente senegalesi. Da li un’inarrestabile espansione agevolata anche dalla guerra dei Balcani che ha favorito l’arrivo di cittadini dell’est Europa, in particolare Romania ed Albania, ed oggi con i suoi quasi 5000 residenti, senza contare i clandestini, Montesilvano é davvero una delle città abruzzesi più multietniche con una presenza che sfiora il 10% dell’intera popolazione. Tra questi, a farla da padrone, sono i rumeni, oltre 1200, a seguire senegalesi, poco più di 400 ed albanesi quasi 400. In particolare, rispetto alla popolazione africana, un discorso a se va fatto per la cosiddetta “Piccola Dakar”, la zona tra Via Verga e Via Agostinone, dove  la comunità senegalese si é talmente radicata da far nascere una sorta di  vera e propria realtà sociale dove ci si aiuta, si condivide cibo ed alloggio, ma dove c’é anche molta riservatezza tanto da non consentirci di effettuare stamane immagini. Qui, caso quasi raro, molti senegalesi hanno chiesto il ricongiungimento familiare con le proprie moglie ed i figli che frequentano ora le scuole della città.  A pochi metri, realtà a parte, é quella di un noto Hotel nella zona grandi alberghi, individuato dalla Prefettura per accogliere profughi, al momento ce ne sono una cinquantina, mentre da più di un decennio ormai l’Azienda Speciale del Comune offre servizi di varia natura a tutela e sostegno dei cittadini stranieri: “In particolare un servizio di mediazione culturale, specie per i minori,  che dopo la fine dei fondi regionali – ci spiega la psicologa Paola Ruggieri – il Comune ha deciso di ristorare direttamente con risorse proprie, grazie anche all’aiuto della Caritas.” Si fa molto, ma non abbastanza, anche e soprattutto per arginare il preoccupante insorgere di forme di protesta di estrema destra che periodicamente a Montesilvano fanno sentire la loro voce: “Temiamo che questo fenomeno possa prendere piede – ci confida Patrick Goubadiye della Cgil e a capo di un’importante associazione di senegalesi – e chidiamo alle istituzioni locali di vigilare di più su questo aspetto, tra l’altro stiamo ancora aspettando che la nuova giunta ci riceva per ascoltare quanto meno le nostre istanze.”

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