Francesco Maragno non é più sindaco di Montesilvano e a poco serviranno i 20 giorni di riflessione che la norma gli concede, a 24 ore dalle sue dimissioni, per valutare un eventuale ripensamento. Venuto meno il rapporto di fiducia con la sua maggioranza, alla luce di quanto accaduto ieri in Consiglio Comunale, é meglio andare via – come ha dichiarato lui stesso – con la coscienza pulita e la consapevolezza di aver dato tutto se stesso in questi tre mesi e mezzo per cercare di aprire un nuovo ciclo per una città da troppo tempo ostaggio di pressioni esterne ed interessi personalistici: “E’ chiaro che quello del voto favorevole alla richiesta dell’opposizione di rinviare la discussione del bilancio é solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso – spiega Maragno – é da troppo tempo che vengo tirato per la giacca da parte di cosiddetti prestanomi dei partiti per ottenere posti in giunta, poltrone nei Consigli d’Amministrazione e presidenza all’azienda speciale, quando il vero problema di questa città é approvare subito un bilancio per evitare il default visto che parliamo di un debito di 65 milioni di euro; per capirci un bambino che nasce oggi a Montesilvano ha già un debito di 1250 euro.” Deborah Comardi, Anthony Aliano, Manola Musa, Claudio Daventura e Stefano Di Blasio,  i consiglieri dissidenti, tra questi alcuni che non meno di un anno fa, hanno fatto cadere la giunta Di Mattia e come sottolinea Manuel Anelli del M5S: “Chi di Di Mattia ferisce di Di Mattia perisce, ci aspettavamo un finale di questo genere, comprendiamo umanamente la posizione di Maragno persona tutto d’un pezzo stufa di sottostare ai ricatti, ma ci sembra anche evidente che la classe dirigente di questa città, sia di centrodestra che di centrosinistra, non é assolutamente adeguata.”Intanto Lino Ruggiero del Pd parla di dimissioni per futili motivi e già guarda alle prossime eventuali elezioni: “Maragno ha sempre detto di essere un uomo di parola più che di parole, se mantiene la sua parola vedremo il da farsi.”