Montesilvano- Morto Carlo Pavone

carlo pavoneSi va verso l’autopsia in regime di incidente probatorio per fugare ogni dubbio sulla morte di Carlo Pavone, l’ingegnere informatico di 43 anni deceduto ieri in ospedale, a Pescara, dopo un anno di coma a seguito del proiettile che lo aveva raggiunto alla testa. Nelle prossime ore i carabinieri del Nucleo investigativo di Pescara notificheranno alle parti, la moglie della vittima, il fratello e la sorella della vittima, e a Vincenzo Gagliardi, l’uomo accusato del tentato omicidio, l’avviso a partecipare all’esame autoptico. Si tratta di un atto irripetibile a cui le parti hanno diritto di presenziare e che sara’ utilizzabile nell’ambito del procedimento penale in corso. Tocchera’ poi al gip del Tribunale di Pescara, Maria Michela Di Fine, affidare l’incarico per eseguire gli accertamenti autoptici. Dopo l’autopsia il pm, Anna Rita Mantini, potrebbe integrare e quindi riformulare l’accusa a carico di Vincenzo Gagliardi, che si trova in carcere dal 28 maggio scorso. La posizione di Gagliardi, per cui nei giorni scorsi e’ stato fissato il giudizio immediato per il 17 febbraio 2015 davanti al Tribunale collegiale di Pescara, e’ destinata ad aggravarsi e quindi l’uomo sara’ accusato di omicidio. In questo caso la competenza dovrebbe essere della Corte d’Assise di Chieti. L’avvocato dell’imputato potrebbe anche chiedere il rito abbreviato per il suo assistito. Intanto, il legale del fratello e della sorella della vittima, l’avvocato Massimo Galasso, ha annunciato che la famiglia si costituira’ parte civile. Carlo Pavone, ingegnere 43 enne, era stato colpito al cranio da un’arma da fuoco la notte del 30 ottobre 2013 sotto la sua abitazione di Montesilvano colle. Dopo un’agonia durata oltre un anno, l’ingegnere si è spento ieri presso il reparto di Rianimazione dell’ospedale di Pescara dove appena due settimane fa i medici, che lo avevano in cura, avevano tentato un intervento chirurgico che non aveva migliorato le sue condizioni di salute. Negli ultimi giorni Pavone, in stato vegetativo e attaccato al respiratore meccanico fin dall’inizio, è stato colpito da una insufficienza multiorgano che non gli ha lasciato scampo. Ora Vincenzo Gagliardi, l’uomo in carcere perchè accusato del ferimento di Pavone, rischia l’ergastolo. Dopo oltre un anno di coma vegetativo dal quale l’ingegnere, sposato e padre di due bambini, non era mai uscito, e molti interventi chirurgici anche in una clinica specializzata delle Marche, ora c’è la disperazione dei familiari. La notizia della morte di Pavone ha raggiunto Vincenzo Gagliardi in carcere, a Pescara, dove è recluso dal 28 maggio scorso, giorno del suo arresto con l’accusa di essere l’autore del ferimento. Per Gagliardi si passa dall’accusa di tentato omicidio a quella di omicidio premeditato volontario: l’uomo, impiegato delle Poste, avrebbe sparato a Pavone a causa di una relazione con la moglie dell’ingegnere, relazione sempre negata da entrambi. Una città, Montesilvano, che attonita si stringe intorno al dolore della famiglia Pavone molto nota e stimata. A rompere il silenzio solo la sorella Adele la quale si augura che a questo punto venga fatta giustizia sulla morte dell’amato fratello.

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