Montorio – “Ercole Vincenzo Orsini, il politico e l’artista”

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2012 12 13 Montorio - Orsini 01L’Istituto Abruzzese per la storia della Resistenza, in collaborazione con il Comune di Montorio, l’Istituto Abruzzese di Ricerche storiche e l’ANPI, rende omaggio alla memoria di Ercole Vincenzo Orsini.
A 70 anni dalla sua uccisione, avvenuta a Montorio il 13 dicembre 1943 sarà un Convegno intitolato “Ercole Vincenzo Orsini, il politico e l’artista” a ripercorrere spaccati di vita vissuta con riflessi sulla storia anche abruzzese di quella terribile pagina. Un evento che  si terrà venerdì 13 dicembre, alle ore 16.30, presso il Chiostro degli Zoccolanti a Montorio.
Nel primo dopoguerra Orsini, entrato giovanissimo nelle file del Partito socialista, fu tra i più attivi oppositori del fascismo nel Teramano, dove organizzò anche un gruppo di “Arditi del popolo”. Durante il regime fascista, Orsini, che era passato al Partito comunista, trasformò la sua bottega di liutaio in un punto d’incontro dei democratici teramani. Ciò gli valse persecuzioni e arresti, che non servirono però a dissuaderlo dall’operare clandestinamente sia sul piano della propaganda che su quello dell’assistenza alle vittime del fascismo. Dopo l’8 settembre del 1943, Orsini prese parte alla guerra di liberazione e fu tra gli animatori di quella che è considerata la prima, più importante azione partigiana in Abruzzo: la battaglia di Bosco Martese, nella quale, il 25 settembre del 1943, antifascisti di Teramo, contadini, militari italiani e prigionieri alleati tennero valorosamente testa ad un battaglione di truppe d’assalto motorizzate tedesche, mettendole in fuga.Successivamente Orsini, che aveva assunto il nome di battaglia di Vicì, costituì nel Teramano un “Comitato segreto d’azione” e una banda partigiana, alla cui testa cadde nel corso di uno dei tanti combattimenti. Nella motivazione della ricompensa al valore, concessa ad Orsini nel 1979, è scritto: “… in uno scontro con gli oppressori della Patria e della libertà, li attaccava di sorpresa, pur essendo superiori in numero e mezzi, riuscendo a infliggere dure e gravi perdite. Colpito infine da raffiche di mitra, cadeva da prode pronunciando parole di sprezzo ai vili traditori”.

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