A causa di un probabile errore di calcolo del sindacato i dipendenti di una ditta dichiarata fallita rischiano di perdere 70mila euro e minacciano azioni legali. A sostenerlo è Gabriele Costantini, operaio della Lavaal srl di Mosciano (che ora è diventata Lavaal International), che attacca la Cgil. L’errore, a suo dire, si sarebbe verificato durante la compilazione di un modulo per la richiesta di riscatto del trattamento di fine rapporto e riguarderebbe, complessivamente, 22 persone. “l fatto – racconta Costantini – risale a gennaio del 2012, quando insieme ai colleghi di lavoro siamo stati convocato dalla Cgil per riempire il modulo della richiesta di riscatto del tfr nei confronti dei rispettivi fondi pensione. La nostra ditta è stata dichiarata fallita dal tribunale di Teramo. All’epoca dei fatti noi eravamo tutti iscritti al sindacato di categoria. E per questo siamo stati convocati nei locali della Cgil dove siamo stati assistiti dal segretario provinciale che ci ha dato le disposizioni necessarie per riempire il modulo, facendo barrare a tutti la richiesta di riscatto totale nella misura del 100% al fondo, comportando poi successivamente la non possibilità di attivazione del fondo di garanzia Inps, visto che la normativa vigente prevede espressamente l’iscrizione a un fondo pensionistico per accedere al fondo di garanzia in caso di mancato pagamento. Nonostante al sindacato fossero già da diverso tempo a conoscenza delle difficoltà economiche della ditta in merito ai pagamenti dovuti al fondo, ci è stato detto che le preoccupazioni erano infondate. Da qui nasce la nostra odissea e la perdita complessiva di quasi 70.000″. La rabbia degli operai è alle stelle, commenta Costantini. ” Oggi ci vediamo costretti per ovvi motivi a cancellare tutte le deleghe della Cgil, che per oltre 20 anni è stata presente in azienda, e ad affidarci a un legale per carcare tutelare i nostri interessi, tenendo presente che, in mancanza di risposte positive ci vedremmo costretti a rivolgerci al competente Tribunale per far valere i nostri diritti” – ha concluso l’operaio.