Nuovo piano per le aree a rischio idrogeologico

rischio idrogeologico 01051 16181L’AQUILA – “Il nuovo Piano di Bacino idrogeologico dovrà individuare e perimetrare le aree a rischio di frana, alluvioni ed erosione delle coste. Da una prima stima abbiamo calcolato che attualmente il rischio potrebbe interessare almeno 8500 chilometri di superficie regionale e 272 comuni, tra quelli considerati maggiormente sensibili”: lo ha detto l’assessore ai Lavori pubblici, Angelo Di Paolo nel corso di un incontro di preconcertazione con sindaci e rappresentanti della Provincia, convocato prima dell’aggiornamento del Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI) &ndash Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi. Una fase che interesserà anche le altre tre province abruzzesi al fine di rendere più efficace l’attività informativa.
Nelle conferenze programmatiche i portatori di interesse possono produrre, entro 60 gg., osservazioni ai nuovi elaborati di Piano. Domani la preconcertazione si terrà a Chieti, alle 10, nella Sala Conferenze del Politecnico Provinciale mentre mercoledì a Teramo, con inizio alle 10, nella Sala Polifunzionale della Provincia. Il 2 luglio sarà la volta di Pescara nella Sala Tinizzo in Piazza Italia 1. Oggi, all’Aquila, nella sede del consiglio provinciale, Il Segretario Generale dell’Autorità dei Bacini regionali e del bacino interregionale del Fiume Sangro, Michele Colistro e i tecnici della Segreteria Tecnica Operativa hanno incontrato sindaci e rappresentanti della Provincia a cui è stata consegnata la documentazione, su supporto digitale, redatta nell’ambito della Variante per avviare una fase di condivisione dei nuovi elaborati cartografici e delle modifiche normative proposte rispetto alle Norme di Attuazione del vigente PAI.
Il Piano è uno strumento necessario stante l’importanza che riveste nella pianificazione territoriale. “Il problema della difesa del suolo in Abruzzo riveste particolare rilievo – ha aggiunto l’assessore ai Lavori pubblici Angelo Di Paolo – viste le caratteristiche morfologiche del territorio a rischio idrogeologico. Bisognerà poi fare i conti con le risorse a disposizione che si potranno utilizzare nei tratti di maggiore criticità per interventi indispensabili per il ripascimento di alcuni zone del litorale e per la salvaguardia di territori più esposti”.

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