Odissea IdraQ – Melilla (Sel): “Siano liberati i due italiani”

melilla gianni“Ho ritenuto di dover scrivere al Ministro agli Affari Esteri Gentiloni per sollevare la gravissima condizione dei nostri 2 connazionali Sandro de Simone, di Silvi, e Massimo Liberati, di San Benedetto del Tronto, che a distanza di mesi, nonostante una sentenza che li ha rimessi in libertà, non ancora possono rientrare in Italia. Quali sono i motivi di questa scelta del Governo della Gambia? Perché si impedisce il loro ritorno in Italia? Occorre un intervento finalmente risolutivo del Ministero agli Affari Esteri Italiano per porre fine ad una sofferenza intollerabile di 2 cittadini italiani”. A scrivere è Gianni Melilla deputato abruzzese in quota a Sel. “In un messaggio disperato – continua Melilla – si capisce il dramma che stanno vivendo. Bisogna che tutti facciano capire al Ministro e al Presidente Renzi che non si può attendere oltre! Riporto parte di un messaggio fatto pervenire da uno dei 2 marinai affinchè sia chiaro ciò che questi due nostri connazionali stanno vivendo: “….quello che posso dirti è che qui è un tunnel senza luce, …omissis…Dovevamo essere rilasciati insieme alla nave invece, non si sa il perchè, le persone che dovevano liberarci si sono rifiutate e non si capisce la motivazione nel non rispettare la sentenza di un giudice come avviene in tutte le nazioni del mondo. Purtroppo siamo in Gambia e qui…omissis…, la diplomazia ha iniziato un percorso e speriamo che questa volta sia la strada buona anche perchè, anche se è poco probabile, abbiamo sempre la paura che ci possano riportare in prigione e questo non lo auguro neppure al mio peggior nemico. E’ una situazione che ti devasta il cervello. La situazione dentro certe prigioni la può capire solo chi come noi è stato dentro quelle celle: non vi dico altro perchè c’è solo da piangere al pensare di tornare dietro le sbarre. Comunque, dobbiamo farci coraggio e sperare che Dio ci assista.” Dolorosamente straziante – conclude Melilla- ciò che scrivono questi due onesti lavoratori costretti a vivere nell’angoscia e lontani dai propri affetti. Questo non è più concepibile: chi deve agisca e subito liberandoli!”.

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