video » Sanitopoli, le ispezioni di Di Ninni

sanitopoliPrima delle due udienze settimanali di Sanitopoli oggi al Tribunale di Pescara. Ancora qualche piccolo ritardo sulla tabella di marcia a causa della perdurante indisponibilità dei teste chiamati a deporre, in particolare oggi l’ennesimo certificato medico dell’imprenditore Venceslao Di Persio ha fatto andare su tutte le furie il presidente del Collegio dei giudici Carmelo De Santis che ha minacciato di disporre una visita fiscale invitando la moglie a somministrargli un buscopan e di portarlo in tribunale. Intanto, regolarmente presente, l’altro test d’accusa, l’ex presidente della Commissione Ispettiva della Regione tra il 2006 ed il 2008 Emidio Di Ninni. Il Pm Bellelli, dopo avergli chiesto di ripercorrere tutta la sua attività, ha cercato di porre l’accento sulle ragioni per cui, in particolare nel 2007 epoca in cui l’inchiesta era già stata avviata, ha intensificato la sua attività di controllo e di censura nei confronti delle cliniche private. Chiaro il riferimento, alla luce del quadro accusatorio, ai timori per le sempre più frequenti attività dei Nas e alla famosa intercettazione ambientale nella quale Quarta si giustifica con Angelini rammaricato per le eccessive ispezioni, riferendo di un lungo interrogatorio degli uomini del Nucleo Anti Sofisticazione a Di Ninni in qualche modo costretto, vista la situazione, a calcare la mano nei controlli. Di Ninni, però, su questo é andato sul vago, smentendo pressioni da chicchessia, tantomeno dall’allora assessore regionale alla sanità Mazzocca, parlando di cordiale collaborazione con i carabinieri e spiegando solo sommariamente il motivo per cui si sarebbe dimesso, secondo l’accusa per paura, secondo lui per il mancato ripristino della legalità delle cliniche private in particolare del gruppo Villa Pini. A supportare questa sua tesi le molteplici anomalie che lo hanno costretto nel 2007 a produrre un documento di diffida e a decurtare 12 milioni di euro, su un budget per Angelini riferito al 2005 di oltre 32 milioni di euro. Dialisi non autorizzate, tassi d’occupazione di posti letto non rispettati, fantomatici ricoveri d’urgenza che non sarebbero mai potuti essere liquidati ed altro ancora. Si torna in aula domani con la deposizione dell’imputato Gianluca Zelli la cui complessità potrebeb costringere l’ex manager della Asl di Chieti Conga a concludere la sua deposizione alla ripresa del processo prevista per il 4 marzo.


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