video » Omicidio Bellante – Unico dubbio, la premeditazione

ciabattoniIl caso è risolto in meno di 24 ore: colpevole, prove, arma, movente. Il destino di Mario Ciabattoni, l’ex idraulico 73 enne che martedì a Bellante ha ucciso con una sola letale fucilata la sua vicina di casa, si gioca adesso sul filo di un unico elemento rimasto da chiarire, la premeditazione. La ricostruzione investigativa dei fatti è più che sufficiente, praticamente completa: l’aspetto-chiave della storia risiede dunque soltanto nelle premesse, nel quadro psicologico dell’omicida che ne ha determinato il gesto, nell’intenzionalità di organizzare il delitto, oltre che di metterlo a segno. Sul filo della premeditazione, che è l’aggravante che gli verrà contestata almeno inizialmente, si gioca la gravità del carico giudiziario a cui va incontro Ciabattoni. Nel primo interrogatorio, quello in cui ha confessato l’omicidio, da un lato ha precisato il movente, consolidatosi nel tempo a suon di piccole e grandi angherie cui lo sottoponeva Felicia Mateo, dall’altro ha ammesso l’errore di una reazione assurda, spropositata. Ma è stata una reazione anche pianificata? La difesa, sostenuta dall’avvocato Cataldo Mariano, chiederà i domiciliari per tutte le attenuanti del caso, affermando la tesi dello scatto d’ira nel vedere la donna di nuovo sotto casa. Gli investigatori hanno dal canto loro altri elementi, come la lunga attesa alla finestra del bagno di casa in divisa da cacciatore e il fucile messo ad immediata portata di mano. E lo stesso sparo: uno solo, di precisione chirurgica, a ledere contemporaneamente tutti gli organi vitali, ha confermato l’autopsia. Lo sparo di un cecchino, che riflette e studia bene su come prendere la mira e poi premere il grilletto.


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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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