E’ stata fissata al 1° ottobre prossimo la prima udienza del processo per l’omicidio di Teresa Bottega, la donna uccisa nel 1990 a Santa Teresa di Spoltore dal marito, reo confesso dopo 23 anni, Giulio Cesare Morrone. Un caso di cui si è parlato ben oltre i confini regionali per modalità e tempi: lei Teresa, all’epoca 35 enne e mamma di due bimbi di 11  e 13 anni, sembrava ,anche perchè raccontata e denunciata in questi termini dallo stesso marito, si fosse come allontanata volontariamente dalla casa di Santa Teresa. Versione alla quale, tuttavia, specie i familiari della donna non hanno mai creduto perchè nulla lasciava presagire un tale disagio da voler abbandonare specie i due figli. Un “cold case”, insomma, un delitto irrisolto sulla cui ricostruzione gli inquirenti dell’epoca si confrontarono per mesi fino ad arrivare alla conclusione, non avendo  mai ritrovato il corpo di Teresa nè avendo testimonianze di alcune genere, nè che avvalorassero l’allontanamento volontario nè l’uccisone, che la vicenda avesse sì dei lati oscuri ma che senza svolte clamorose fosse impossibile trovarvi una soluzione.Il colpo di scena solo 23 anni dopo, ossia pochi mesi fa ,a fine 2012, quando un commercialista venuto in possesso di dettagli tanto agghiaccianti quanto dettagliati fa riaprire il caso ed è allora che vine fuori che Morrone aveva , una decina dia nni fa, confessato l’omicidio della moglie ad un sacerdote il quale a sua volta ne aveva fatto confidenza. Uccisa a e gettata in un corso d’acqua vicino Ferrara la povera donna , volto solare, giovane e innamorata della vita e dei suoi due figli come tutti, parenti e conoscenti, hanno continuato a descriverla. Il 1° ottobre, dunque, il processo col rito abbreviato come chiesto e ottenuto dal legale dell’assassino pescarese 57 enne reo confesso dell’atroce delitto prima e dell’occultamento del cadavere poi.

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