Omicidio Pavone: In aula nessuno sguardo tra gli ex amanti

carlo pavoneDoveva essere il giorno del faccia a faccia, quello di ieri in tribunale a Pescara, tra Raffaella D’Este e Vincenzo Gagliardi: lei moglie di Carlo Pavone, l’ingegnere informatico colpito a morte sotto casa la sera del 30 ottobre 2013, lui presunto ex amante di Raffaella, ma soprattutto l’accusato di aver sparato a Pavone. Un faccia a faccia in aula schivato e imbarazzato: lei, che nel processo di omicidio del marito è parte civile e rappresenta anche i due figli minori, ha fatto di tutto per evitare anche solo lo sguardo di Gagliardi in carcere dal 28 maggio scorso. I legali della D’Este hanno, peraltro, depositato una richiesta di risarcimento dei danni materiali e morali che moglie e figli chiedono a Gagliardi per la perdita di un marito e padre: 700 mila euro la cifra quantificata. Una richiesta presentata anche dalla sorella, dal fratello e dalla madre dell’ingegnere di Montesilvano colpito alla testa da un’arma da fuoco proprio sotto casa mentre era intento a gettar la spazzatura. Entrambi in aula, seduti poco distanti Raffaella e Vincenzo: ex colleghi di lavoro nonchè ex amanti non si sono rivolti mezzo sguardo ascoltando, anzi, con gli occhi bassi la drammatica e dettagliata relazione del medico legale in aula per ricostruire traiettoria del proiettile, vicinanza dell’arma, i minuti fatali prima dell’arrivo dei soccorsi, il lungo agonizzante coma di Carlo Pavone. Riformulato il capo di imputazione in omicidio volontario premeditato che di fatto aggrava e di molto la posizione di Gagliardi: a fine mattinata, uscendo dall’aula, col volto ancor più basso se possibile è salito sul furgone che lo ha riportato in carcere, a San Donato. Per lui nessun familiare e il rinvio al 21 aprile per la prossima udienza di un processo che lo vede imputato come omicida del marito dell’ex amante.

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