video » Omicidio Strever a Vasto, fermato il presunto assassino. Da chiarire il ruolo del fratello della vittima.

Maataoui Hamid1Un cittadino di nazionalita’ marocchina, Hamid Maataoui, 36 anni (foto), e’ stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria da parte del pubblico ministero di Vasto Giancarlo Ciani nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Michela Strever, 73 anni. La donna e’ stata trovata morta nella sua casa a Vasto il 19 dicembre scorso dal fratello della donna, Antonio Strever, che rimane indagato. Maatoui e’ accusato di omicidio aggravato e rapina aggravata nei confronti della donna, che viveva da sola alla periferia di Vasto. Il fermo e’ stato annunciato in una conferenza stampa dal procuratore della Repubblica di Vasto, Francesco Prete, dal titolare dell’inchiesta, pm Giancarlo Ciani e dal comandante provinciale dei carabinieri di Chieti, Salvatore Ronzo. Incastrato dalla prova del DNA sui fazzoletti trovati in bocca alla vittima, il marocchino aveva ucciso la donna per rubare 60 euro, un movente che ancora non convince del tutto. L’uomo, rintracciato a Barletta, in passato aveva svolto lavori per conto dell’anziana, e il suo numero di telefono era nell’agenda della Strever. Ha confessato l’omicidio, ma le indagini, che riguardano anche il fratello della vittima, restano aperte.


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  • I FATTI

strever michelaUn altro terribile fatto di sangue a Vasto, l’ennesimo in un 2012 segnato da una preoccupante escalation di omicidi in Abruzzo. La mattina del 19 dicembre viene trovato il cadavere di una donna anziana in un’abitazione relativamente isolata in Via Villa De Nardis. Si tratta di una frazione di campagna lontana dal centro di Vasto. La vittima é Michela Strever 74 anni, a rinvenire il corpo il fratello Antonio di 71 anni. Dirà ai carabinieri subito accorsi di essersi preoccupato perchè la sorella non rispondeva al telefono e di essere venuto a verificare di persona passando da una scala esterna e rompendo un vetro al primo piano. Lo scenario appare da subito agghiacciante: la donna immobilizzata, con le mani legate alla schiena, il volto tumefatto ed un fazzoletto a tapparle la bocca. La casa in soqquadro. All’apparenza la classica rapina finita in tragedia, all’apparenza, però, perchè la porta non risulta essere forzata, segno evidente che la vittima ha fatto entrare in casa il suo assassino. Scattano immediate le indagini coordinate dal Procuratore Capo di Vasto Francesco Prete e dai sostituti Medori e Ciani, i rilievi affidati ai carabinieri. La morte sarebbe avvenuta nella prima mattina del 19. L’autopsia chiarirà la causa del decesso, per asfissia, a dir poco crudele la modalità: dopo averle legato le mani dietro la schiena, l’assassino le avrebbe riempito la bocca con dei pezzi di carta e poi con un fazzoletto. La donna che aveva già problemi di deambulazione, secondo l’esame autoptico eseguito dal dottor Pietro Falco, sarebbe stata anche picchiata e l’omicidio sarebbe avvenuto tra le 8 e le 9 del mattino. Le indagini, come di consueto, viaggiano su due binari paralleli: la parte scientifica affidata ai Ris di Roma e quella prettamente investigativa, ma dai primi riscontri comincia a perdere peso specifico l’ipotesi della rapina perchè in casa non mancano oggetti di particolare valore. L’episodio, a pochi giorni dal terribile duplice omicidio dei coniugi Del Vecchio e a pochi mesi da un altro terribile omicidio, quello di Albina Paganelli avvenuto in estate a S.Salvo, ripropone il tema della sicurezza in un comprensorio già segnato da troppi episodi di micro criminalità.


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About the Author

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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