“Mazzette” per far vendere prodotti per l’infanzia: ai domiciliari medico di Chieti

alimentiperlinfanzia 5 misure cautelari agli arresti domiciliari e 10 decreti di perquisizione, emessi dalla Procura della Repubblica di Chieti, da parte dei Carabinieri del Nas di Pescara, in collaborazione con i militari dell’Arma territoriale in 8 province di 4 Regioni Italiane (Lazio, Abruzzo, Puglia e Lombardia). “L’Attività – si legge in una nota – ha consentito di smascherare gli illeciti comportamenti di un medico primario universitario e quattro rappresentanti di due note aziende produttrici di alimenti per l’infanzia che avevano posto in essere atti corruttivi.” Secondo le indagini, nate per caso da intercettazioni video-ambientali per un’altra inchiesta, il medico di Chieti, di cui non sono state rese note le generalità, segnalava ai genitori di bambini dimessi dall’ospedale, l’acquisto di prodotti di due aziende, in particolare,  su presunta pressione dei rappresentanti delle stesse. Le intercettazioni video-ambientali, secondo l’accusa, hanno permesso, infatti,  di appurare episodi di corruzione realizzati dal professore con il concorso di rappresentanti di aziende produttrici di integratori e alimenti per neonati. Il medico, all’atto delle dimissioni dei pazienti prescriveva o indicava ai genitori i prodotti delle due aziende che incrementavano le vendite, ricompensando il sanitario con provvigioni in denaro o altri benefici. Denunciati altri 10 medici, di varie localita’ italiane (province di Taranto, Bari, Potenza, Pescara e Teramo), a carico dei quali sono stati raccolti elementi che sono oggetto di ulteriori accertamenti, per valutare responsabilita’ corruttive nei loro confronti con il concorso degli agenti di zona. Le perquisizioni domiciliari hanno consentito di sottoporre a sequestro pc e documentazione d’interesse investigativo al vaglio dei Carabinieri del Nas di Pescara.

L’inchiesta per corruzione che ha portato ai cinque provvedimenti di custodia cautelare ai domiciliari del Gip del Tribunale di Chieti, Paolo Di Geronimo, sarebbe scaturita da intercettazioni ambientali cui era sottoposto il primario del reparto di neonatologia del policlinico di Chieti – il professor Giuseppe Sabatino, 64 anni, origini calabresi ma da anni residente a Chieti, una delle cinque persone ai domiciliari – denunciato per molestie sessuali alle donne che accompagnavano i loro figli per le visite. Tali intercettazioni ambientali avrebbero documentato però fatti più gravi, che hanno condotto il sostituto procuratore Lucia Campo a ipotizzare per Sabatino anche il reato di violenza sessuale (609 bis del codice penale), oltre a evidenziare la corruzione. Le somme promesse e in parte consegnate ammontano complessivamente a 20.000 euro. I quattro informatori medico scientifici ai domiciliari perché indagati con il medico per corruzione lavorano per due società estranee alla vicenda e sono Marco D’Errico, 54 anni, residente in provincia di Lecce, Luigi Leccese di 58 anni e Antonio De Panfilis di 52 entrambi residenti a Pescara e Gabriele Bellia, 50 anni, residente in provincia di Milano. Per l’accusa, avrebbero consegnato somme di denaro a Sabatino affinché questi prescrivesse latte e integratori alimentari prodotti dalle case per cui lavoravano.

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